La partita ha avuto contenuti di grande spessore tecnico, soprattutto nella prima parte della gara. Primi minuti che scorrono senza grossi patemi d’animo per la Paganese che negli ultimi tempi ha sofferto l’impatto iniziale della gara.
I padroni di casa, orfani di Pestrin a centrocampo e di Reginaldo in attacco, giocano un calcio lineare e armonico. Tagliavacche, da centromediano metodista distribuisce il gioco e si fa valere nelle vesti di vice-Pestrin; attorno a lui giocano a occhi chiusi Tascone e Mauri, assistiti da Bollino e Cicerelli che si fanno valere sulle fasce di competenza. Il Lecce è come frastornato dal gran movimento degli azzurro-stellati che sfiorano il gol ogni qual volta si presentano nei pressi dell’area di rigore avversaria. La difesa leccese è costretta agli straordinari e commette falli su falli per frenare l’ardore tecnico-agonistico degli attaccanti paganesi. Il gol è nell’aria e arriva su calcio di punizione dal limite di Firenze (e sono nove in una decina di partite disputate) che piazza la sfera nell’angolo alto alla destra di Perucchini con un tiro a giro, degno del miglior Del Piero, di Pianic o di Insigne, se preferite. Potrebbe ancora segnare la Paganese sempre con Firenze su calcio di punizione ma stavolta, dopo pochi minuti dalla prima segnatura, Perucchini si salva con un volo alla sua destra con il pallone che termina sul palo.
E’ il periodo migliore della Paganese che imperversa in avanti con uno scatenato Firenze. L’attaccante è come indiavolato e si inserisce prontamente con velocità degna di uno scattista puro su un errato disimpegno difensivo di Lepore; il portiere del Lecce è anticipato con un tocco d’astuzia ma frana sull’attaccante. Tutti si aspettano l’assegnazione del calcio di rigore ma l’arbitro, ineffabilmente, addirittura ammonisce Firenze per simulazione.
La Paganese è proprio scatenata e continua a mostrare energie inaspettate vincendo tutti i duelli a centrocampo e sulla tre quarti campo. Il Lecce è costretto sulla difensiva ed effettua falli su falli che portano alla doppia ammonizione, con successiva espulsione di Drudi dopo venticinque minuti di gioco. Potrebbe essere fatta per la Paganese che mantiene il campo con sicurezza e determinazione per tutta la durata del primo tempo; ma nel calcio, quando non riesci a schiacciare l’avversario in termini di concretezza, la sorpresa è sempre dietro l’angolo.
Il secondo tempo vede in campo un Lecce diverso; più battagliero e voglioso di arrivare al pareggio mentre la Paganese mostra i segni di una evidente stanchezza atletica accumulata probabilmente lungo una serie interminabile di partite vittoriose e di un recupero settimanale, di quelli che tagliano le gambe a una squadra che non ha molte frecce al suo arco in tema di ricambi.
Il pareggio arriva con una sventola di Doumbia su cui nulla può il bravo Liverani ma bisogna riconoscere che quando una squadra, nel nostro caso la Paganese, mostra di non avere più le migliori energie è inevitabile che ci sia spazio anche per l’avversaria di turno.
Uno a uno finale, dunque, con qualche rimpianto inevitabile per gli azzurro-stellati, autori di una superba prestazione collettiva del primo tempo.
Finalino. Il traguardo dei play-off cui si tendeva è raggiunto con pieno merito. L’impressione però è che la squadra debba meglio dosare le forze per i prossimi impegni; non tanto per Reggio Calabria di domenica prossima, quanto per la prima partita della fase finale che verosimilmente sarà giocata o a Francavilla Fontana o a Cosenza.