28.1.25

La Paganese vista da...Nocera! - I sogni così non si possono cullare...

La sfida con il Cassino era la prima delle ultime spiagge e non è stata sfruttata completamente, con un punto che ha il sapore ancor più amaro vista la sconfitta dell'altra capolista Gelbison. Un'occasione persa che fa denotare il momento poco proficuo di Faella e compagni a secco di vittorie da cinque turni. Il pareggio è sostanzialmente giusto anche se a contare le occasioni la Paganese, con Faella, ne ha avuto un paio arginando Abreu e il reparto offensivo laziale con la solita efficacia difensiva. Diverso il discorso sul piano delle scelte e della tattica con cui i due allenatori hanno interpretata la partita. A Pagani abbiamo visto un gran Cassino per come mister Carcione ha impostato la squadra, con tre attaccanti che soffocavano sempre, la manovra da dietro della Paganese ed una linea difensiva a centrocampo sempre alta. Bucolo e compagni non hanno trovato sbocchi se non con qualche verticalizzazione che ha liberato Faella. Sempre troppo poco con un gioco macchinoso, a volte confusionario e con poca lucidità dove l'arrembaggio finale, se vogliamo chiamarlo tale, ha sortito solo mezzo brivido alla difesa ospite. Nella ripresa quando il Cassino è rimasto in dieci, dopo otto minuti, ha avuto un logico momento di sbandamento per poi risistemarsi, anzi Carcione è rimasto con i tre attaccanti per non snaturarsi e mostrandosi più lucido nella manovra. 

Tanti dubbi hanno destato le scelte di mister Esposito, ieri squalificato, come l'assenza di Mancino dall'inizio, uno dei pochi ad avere la qualità per creare l'imprevedibilità sulla trequarti, come inspiegabile inserire Zugaro solo ad un quarto d'ora dalla fine o dare a Ferreira solo una decina di minuti, con D'Angelo per niente incisivo. Con un uomo in più sono sembrate alquanto discutibili queste scelte in una gara da dentro o fuori. Una Paganese, come sempre, che crea poco in casa dove ha pareggiato (0-0) sino ad ora con Guidonia, Puteolana e Cassino in attesa della Puteolana, non vincendo nessun scontro diretto. 

I sogni così non si possono cullare, aldilà che siamo solo alla quarta di ritorno. La società nelle parole del presidente Cardillo, nel post gara, serra i ranghi giustamente non accettando che si molli la presa. Nel calcio sette punti possono essere anche pochi da recuperare ma ci vuole ben altra Paganese sotto tutti i punti per tentare una rincorsa che al momento sembra molto difficile.     

Peppe Nocera - paganesemania.it

27.1.25

Senza fantasia è solo grigiore.

DI NINO RUGGIERO 

Quando non ci sono rifornimenti per un attacco, hai voglia di schierare punte e contropunte; hai voglia di parlare di un attacco spuntato che non segna. Oggi, se c’è qualcosa, sulla carta, che non manca all’attuale Paganese è l’attacco, composto da Faella, capocannoniere indiscusso del campionato, e da D’Angelo, per le cui qualità sono state spese fiumi di belle parole prima che fosse prelevato a dicembre dal Cynthialbalonga. Eppure domenica, contro il Cassino, i due sono stati lasciati soli soletti a vedersela con l’agguerrita difesa ospite, senza mai avere uno straccio di invito o suggerimento da chi dovrebbe essere deputato a collegare difesa e centrocampo con l’attacco. Solo una combinazione? O cos’altro?

È luogo comune pensare che in una squadra che abbia ambizioni di primato, il ruolo del trequartista, del fantasista o dell’uomo dell’ultimo passaggio smarcante sia fondamentale per il collegamento tra due anime, individuate come centrocampo e attacco. Il ruolo del fantasista non è stato inventato, così per caso. È un ruolo che spetta a chi innanzitutto riesce a dare del “tu” al pallone; una dote che non è per tutti. Un calciatore o ce l’ha o non ce l’ha.

Domanda tecnica soprattutto per il tecnico Esposito: questo tipo di calciatore a Pagani c’è o non c’è? Mancino, Ferreira, lo stesso Gianmarco De Feo, sono in grado di recitare un ruolo di tale spessore in questa squadra? Se sono in grado, allora, perché non giocano, o giocano solo per pochi minuti?

Da quello che si è visto domenica contro il Cassino, gli ultimi minuti di gioco, dopo l’ingresso proprio di Mancino e Ferreira, sono sembrati forieri di buone novelle; peccato, però, che non vi sia una controprova per riuscire a decifrare il loro impiego apparso alquanto tardivo. Forse è solo senno di poi, ma può essere che il mancato utilizzo in contemporanea dei due calciatori abbia potuto condizionare l’andamento complessivo della partita? Non credo perché non tutte le squadre hanno fantasisti nel loro organico: la classe, la genialità e lo stile nel calcio non sono merce comune. Ma solitamente, alla mancanza di uomini di spessore, dotati di grande personalità oltre che di classe eccelsa, si supplisce con il gioco di squadra, con l’equidistanza tra i reparti e con l’intensità di gioco, che riescono a mascherare proprio la mancanza dell’ultimo passaggio illuminante. Le casistiche ci dicono che quando l’uomo dell’ultimo passaggio non c’è in formazione, bisogna ricorrere per la fase propositiva e di attacco all’equilibrio tattico. E sapete perché? Perché tutti gli atleti devono concorrere con intensità e sagacia a rifornire quelli che sono preposti a fare gol. In alternativa, proprio la manovra corale dovrebbe consentire ai centrocampisti di inserirsi in avanti, approfittando del fatto che gli attaccanti sono guardati a vista, e di riuscire a stanare le agguerrite difese avversarie con inserimenti a sorpresa.

Quando una squadra ha un gioco che si sviluppa a partire dalle retrovie, significa che la compagine ha un equilibrio tattico invidiabile e tutto funziona a meraviglia come un orologio. Il difficile è proprio riuscire ad avere un equilibrio, in cui la fase di organizzazione del gioco cominci subito dopo la neutralizzazione della fase di attacco avversaria. È in questa transizione che le grandi squadre costruiscono i loro successi perché riescono a capovolgere una situazione tattica e si propongono con manovre lineari quanto efficaci da centrocampo in avanti. L’equilibrio si ottiene avendo un centrocampista centrale pensante, bravo a fare viaggiare il pallone con lanci millimetrici, con mediani che sappiano coadiuvare il lavoro geniale di chi è deputato a fare girare la squadra, ma anche e soprattutto con trequartisti che riescano a mettere fantasia nel loro gioco di proposizione e di rilancio.

Tutta teoria, forse anche tutto studiato, ma poco attuato. Il campo, che è giudice inappellabile, risponde solo con i risultati, fredde espressioni aritmetiche che fanno però classifica; raramente anche con il gioco. Ma i risultati dove sono? E ancora, questo gioco dov’è? Lo avete visto da un po’ di tempo a questa parte? Ha per caso lasciato tracce e non ce ne siamo accorti?

da paganesegraffiti.it 

Gli altri risultati di giornata e la classifica aggiornata.


Paganese-Cassino 0-0: la Rassegna Stampa da Paganese Graffiti.




26.1.25

Paganese-Cassino 0-0: il Pagellone di Paganese Graffiti.

Allenatore Raffaele Esposito – Ha in un certo qual modo ridisegnato la squadra con il debutto di Fierro come esterno di sinistra e con l’innesto di Francesco De Feo nella zona centrale del campo. Le mosse preparate a tavolino non hanno avuto l’effetto sperato e la squadra ha stentato parecchio a ingranare. Probabilmente è stata alquanto tardiva la mossa di schierare sul finale di partita Zugaro, Mancino e Ferreira, che hanno di certo rivitalizzato la manovra della squadra. Ma bisogna anche ricordare che l’allenatore non era in panchina a causa di squalifica rimediata sabato scorso a Monterotondo.

Spurio – Spettatore non pagante in un pomeriggio di freddo pungente. Per lui oggi solo lavoro di ordinaria amministrazione.

Galizia – Gioca con la solita padronanza del ruolo in funzione di terzo difensore centrale di destra e deve uscire per infortunio nella ripresa.

(dal 46’ Langella) – Entra in campo all’inizio del secondo tempo e inverte il ruolo con Ianniello. Si vede poco in fase di spinta.

Esposito – Quando si tratta di impostare da dietro è sempre pronto a dare il proprio contributo di esperienza. Ma non va mai oltre un lavoro di normale amministrazione.

(dall’80’ Ferreira) – Entra troppo tardi ma riesce a dare un po’ di sprint a una squadra spenta e rassegnata. Merita maggiore considerazione da parte del tecnico.

Dicorato – Nella solita posizione di terzo difensore centrale di sinistra, gioca una gara senza acuti e stavolta non riesce nemmeno a proporsi in avanti.

Ianniello – Comincia bene nella posizione di esterno destro ma non riesce mai a incidere in avanti. Nella ripresa, a causa dell’uscita di Galizia, retrocede sulla destra dello schieramento.

Bucolo – La manovra della squadra passa come sempre dai suoi piedi educati. Ma anche per lui non è giornata e ben presto le sue intuizioni restano tali per l’assoluta mancanza di collaborazione nella zona centrale del campo.

Ricci – Sembra che debba spaccare il mondo per l’inizio scoppiettante ma poi cala vistosamente e viene sostituto forse tardivamente.

(dal 75’ Zugaro) – Rivitalizza la fascia sinistra dello schieramento con la sua spinta offensiva e con la voglia di emergere. È un altro elemento che non delude mai per impegno e dedizione.

F. De Feo – È vero che si adatta in tutti i ruoli per doti naturali e per generosità, ma non riesce a dare il meglio di se stesso anche a causa di un problema muscolare.

(dal 65’ Mancino) – Il suo ingresso è foriero di intraprendenza e linearità dal centrocampo in avanti. Tardiva la sostituzione effettuata al posto dell’infortunato De Feo.

Fierro – Al debutto non è proprio fortunato anche se fa intravedere buone doti tecniche e caratteriali. Va rivisto all’opera.

(dal 75’ Petrosino) – Trova posto a centrocampo e si fa vivo anche in zona gol.

D’Angelo – Dagli attaccanti è sempre lecito attendersi qualche tentativo in zona gol. Per lui annotiamo solo un buon movimento sul fronte offensivo.

Faella – Parte come una furia e pare voglia spaccare il mondo. Ma si intestardisce e non riesce a essere efficace e risolutivo come nelle giornate migliori.

da paganesegraffiti.it 

Paganese-Cassino 0-0: gli azzurrostellati più brutti.

DI NINO RUGGIERO

Il risultato finale di zero a zero tra Paganese e Cassino lascia immutate le posizioni delle due squadre in classifica. Ma mentre il Cassino riesce a occupare la vetta a causa della sconfitta della Gelbison, la Paganese continua malinconicamente a sperare di poter annoverare giornate migliori, nel mentre, però, accusa un distacco dalla vetta di sette punti.

Quella che sulla carta – dopo gli ultimi deludenti risultati conseguiti con Anzio e Monterotondo – doveva essere la partita della verità, ha detto che l’attuale Paganese è solo la lontana parente della squadra che nella parte iniziale del campionato aveva autorizzato a guardare con fiducia al prosieguo del campionato. Eppure gli ultimi ritocchi effettuati in campagna acquisti (leggi: ingaggi di Ricci e D’Angelo) autorizzavano a sperare in una limatura perfezionante di una inquadratura già di per se stessa competitiva. Ma i miglioramenti sperati, non sappiamo perché (visto? come è strano il calcio!) non ci sono stati, anzi, se possibile, la squadra sta perdendo addirittura colpi e certezze.

Una squadra senza idee, vittima di un gioco involuto e frammentario, ha lasciato un punto d’oro all’attuale capolista che non si è dovuta nemmeno dannare troppo per dividere la posta in palio.

Ci viene da dire, dopo la delusione scaturita da una gara senza acuti, che quella con il Cassino è stata la gara più brutta di quest’annata calcistica al “Marcello Torre”. Non è bastato il forcing finale effettuato dalla squadra negli ultimi dieci minuti, grazie agli innesti, forse tardivi, in contemporanea di Zugaro, Mancino e Ferreira, elementi dal buon tasso tecnico, per venire a capo del risultato.

da paganesegraffiti.it 

20.1.25

La Paganese vista da...Nocera! - E' crisi! Adesso ci si guardi tutti in faccia e ripartiamo!

La domenica è stata peggio del sabato. La tifoseria è nello sconforto più totale, non tanto per la sconfitta in se ma nel modo in cui è maturata. Il campanello d'allarme era scattato a Sassari allora interpretato come episodico poi, alla luce dei due pareggi e due sconfitte nelle ultime quattro partite, catalogato come crisi. Le ultime quattro gare, Sassari, Guidonia, Anzio e Monterotondo, hanno accentuato un trend d'interpretazioni di partite svolte da Bucolo e compagni sempre alla stessa maniera. Prima però le vittorie mascheravano quella difficoltà, evidente, ossia un tempo ad alta intensità e l'altro con il freno a mano tirato.

Da Sassari però la vera natura di questa squadra è uscita allo scoperto in maniera più evidente e tutti i nodi sono venuti al pettine. Non si può cedere di schianto nella ripresa dopo che sia a Sassari, con il Guidonia e a Monterotondo si chiude il primo tempo in vantaggio. Ci può stare con il Guidonia, squadra di rango del campionato, ma con il Lattedolce e Monterotondo i secondi tempi da brutto anatroccolo impaurito hanni creato le premesse per dare coraggio all'avversario che s'è trasformato nel lupo cattivo, facendo un sol boccone di cappuccetto rosso vestito d'azzurro. Stesso discorso la partita con l'Anzio, dopo un primo tempo intenso ecco la metamorfosi e quasi non ci scappa nel finale il gol vittoria dei laziali murati da Spurio, colpevolmente invece impallinato questa volta da 40 metri a Monterotondo. 

Probabilmente questa squadra non ha la tenuta mentale per affrontare questa pressione, sfumatura sottolineata anche dal ds Accardi in trasmissione. Potrebbe non avere un'adeguata tenuta fisica, tenendo sempre conto che ci sono anche gli avversari, ma un problema c'è e tocca al tecnico, ora sul banco degli imputati ma non in discussione per la società, trovare la soluzione. Lo stesso allenatore, nelle dichiarazioni del post gara, aveva detto alla squadra durante l'intervallo di: "rispondere colpo su colpo mantenendo un baricentro più alto, ma questo non è avvenuto. E' una difficoltà che ci portiamo dietro da tempo". Grave quest'ultimo passaggio se è da tempo come tutti constatiamo ad ogni gara e non si è messi mano  al problema per risolverlo. Il malato nel frattempo è quasi morto mentre si studia la cura.

Il campionato dice che le altre volano, con la coppia Gelbison e Cassino in vetta con i laziali, prossimi avversari al Torre, prima di far visita alla Puteolana. 

Ora è il momento che società-tecnico-squadra ci si guardi in faccia e si cerca di capire il problema e semmai fare anche scelte drastiche. C'è il dovere di rialzarsi, a partire con il Cassino, per se stessi, per quella tifoseria e quella Curva che li ha sempre sostenuti ovunque, non creando nessun tipo di pressione, per una società che fa puntualmente, come giusto che sia, il proprio dovere. Non si può abdicare a 14 partite dalla fine! Quindi ora ci si aspetta una presa di coscienza di tutti e ripartire con il sangue agli occhi, per novanta minuti, e trasformarsi da brutto anatroccolo a lupo affamato di vittoria. 

Peppe Nocera - paganesemania.it

La crisi delle seconde palle.

DI NINO RUGGIERO

Dite pure quello che volete, giustificatevi pure, calciatori e tecnico, perché c’è sempre una giustificazione pronta, ma la sconfitta di Monterotondo brucia, e non poco. Già un pareggio sarebbe stato un risultato risicato e non gradito, figuriamoci poi una sconfitta arrivata proprio allo scadere dei minuti di recupero.

Il dibattito sul momento critico attraversato da qualche tempo tiene banco in città. Nessuno ha dimenticato quello che la squadra azzurro-stellata ha fatto fino a qualche settimana fa, entusiasmando una piazza pronta per grossi traguardi. Logico che si potesse, a un certo punto del campionato, pensare in grande. Lo avrebbero fatto in tutte le piazze, figuratevi quella di Pagani che ha fame di grande calcio. Adesso, dopo l’ultima cocente delusione patita a Monterotondo, ci si interroga: che cosa non va? Perché il corso ottimale della squadra si è fermato?

Tutto potrebbe essere causato da una condizione fisica non al top, oppure, in alternativa, si dovrebbe tirare in gioco la psicologia o l’assoluta mancanza di materia prima. Però, in quest’ultimo caso, non dovremmo nemmeno mai avere spezzoni consistenti di buon gioco. O no? Nella vita, purtroppo, o si è uomini o caporali. Non si possono accettare mezze misure. Allora, fermo restando che bisognerebbe una volta per sempre capire che cosa impedisce alla squadra di essere continua nel rendimento (cosa non da poco), siamo ancora in grado di puntare a traguardi ambiziosi?

Premesso che non devo essere l’avvocato difensore di nessuno, credo sia troppo comodo e semplicistico ricondurre tutto al solo allenatore. Gli allenatori si scelgono e si valutano prima dell’ingaggio. Un vecchio uomo di calcio, di quelli che avevano navigato a pieno regime nel variegato mondo del pallone, quando parlavamo degli allenatori – messi in discussione dopo risultati non proprio esaltanti – se ne usciva con una frase che non ho mai dimenticato. «Gli allenatori sono bravi solo quando vincono» – e lo diceva con piena convinzione, senza condizionamenti di sorta, anche se si trattava di parlare di veri mostri sacri del calcio di una volta.

Cosa voglio dire? Semplicemente che l’allenatore della Paganese, a mio parere, dovrebbe svestire i panni di chi osserva da lontano una partita ed entrare nel merito della questione che più preoccupa: quella della tenuta complessiva della squadra che non riesce mai a essere continua nel suo cammino. Sabato scorso – dopo un primo tempo giocato con il piglio della squadra che sa bene quello che vuole, con un presidio continuo nella zona centrale del campo, che di solito determina l’andamento di una partita, con elementi pronti e addestrati alla pratica del pressing continuo, adesso identificato come intensità di gioco – c’è stato un cedimento inatteso proprio nel settore centrale del campo che aveva entusiasmato nella prima parte della gara.

Sapete qual è il metro di valutazione dell’intensità di gioco? La conquista delle seconde palle, quelle dei passaggi sbagliati o errati, quelle degli agganci non riusciti con palloni che schizzano lontano dal controllo diretto e che devono essere preda di chi ha più fiato da vendere. Ecco, quando si riesce ad arrivare primi per agganciare queste cosiddette seconde palle, il semaforo dà via libera: significa che la benzina c’è ancora e che la squadra è viva e vegeta.

La Paganese attuale lo è? La risposta la darà il campo, giudice inappellabile come sempre.

da www.paganesegraffiti.it

Real Monterotondo-Paganese 2-1. la Rassegna Stampa da Paganese Graffiti.



Real Monterotondo-Paganese 2-1: il Pagellone di Paganese Graffiti.

Allenatore Raffaele Esposito – A fine gara, ha fatto un’analisi precisa sulla partita con le sue dichiarazioni a caldo. Ma bisogna anche ricordargli che le sue considerazioni dovrebbero avere risposte precise proprio da lui che è il responsabile principale della squadra. Se c’è qualcosa che non va per il verso giusto, è proprio l’allenatore che deve cercare di porvi rimedio. Non basta analizzare una gara ed esternare perplessità per quello che non va. Per queste cose ci devono essere i rimedi, quali che essi siano – se effettivamente si vuole pensare in grande. Se poi si vuole solo una squadra senza ambizioni di sorta, possiamo pure continuare così. Ma a questo punto, mettiamo una bella croce sui cosiddetti sogni di grandezza.

Spurio – Stavolta non risulta tra i protagonisti ma il suo dovere lo fa come sempre anche se non è proprio fortunato. Subisce due gol: il primo di testa su calcio d’angolo, il secondo con un tiro al volo da centrocampo che lo sorprende fuori dalla porta.

Galizia – Comincia con la solita sicurezza nella posizione di terzo difensore di destra. Si fa notare per la predisposizione a impostare il gioco da dietro nei momenti in cui la squadra assume il comando del gioco nel primo tempo. Va in affanno nel secondo tempo quando gli avversari prendono campo e premono con insistenza nella sua zona.

(38’ st Langella) – Troppo poco di campo per un giudizio.

Esposito – Sicuro di sé soprattutto nel primo tempo, quando la squadra riesce a comandare il gioco partendo dalla difesa verso la zona centrale del campo. Si disunisce nella ripresa, quando insiste un po’ troppo con rischiosi passaggi arretrati.

Dicorato – È da valutare tra i pochi che non perdono la testa nei momenti critici. Gioca con lucidità e intelligenza in posizione di terzo difensore centrale di sinistra e, specie nel primo tempo, si fa vedere spesso e volentieri in avanti per dare una mano alla manovra di centrocampo.

Ianniello – Comincia bene in posizione di esterno di destra a ridosso di Galizia e ha anche modo di farsi apprezzare per buoni tentativi offensivi sulla fascia di competenza. Nella ripresa, cala di rendimento come i compagni mentre la squadra tutta perde di intensità del gioco.

Bucolo – Ci mette tutto il mestiere e l’esperienza per non naufragare assieme alla squadra nel secondo tempo. Ma dopo un ottimo primo tempo, qualcosa si inceppa nel meccanismo del gioco, proprio nella zona centrale del campo, dove si vincono le partite.

Ricci – Il suo primo tempo è incoraggiante e riesce a dialogare bene soprattutto con Bucolo nella zona centrale del campo. Naufraga come altri compagni di squadra nella ripresa e non riesce più a trovare il bandolo del gioco nei momenti più critici della partita.

De Angelis – Di sicuro non è un’aquila reale nello schieramento che lo vede esterno di sinistra nella difesa schierata con tre centrali. Svolge con buona diligenza il compito assegnatogli e lo fa, da buon soldatino, senza mai strafare non sbagliando un solo appoggio.

Mancino – Comincia con il piglio dei giorni migliori e si fa valere giocando come mezzala destra, con licenza di incidere sulla fascia destra in alternativa a Ianniello. Nel secondo tempo, quando la squadra si tira indietro, arretrando il baricentro del gioco, non riesce ad arginare la forza d’urto avversaria e viene sostituito con G. De Feo.

(dal 23’ st G. De Feo) – Molto triste il suo destino. Entra in campo quando la squadra è alla ricerca di nuove energie e, manco a farlo apposta, quando deve ritrovare una sua identità dopo un primo tempo giocato alla grande. Ci mette tutta la buona volontà ma non ha nemmeno il tempo di farsi apprezzare per le due indubbie qualità tecniche.

D’Angelo – Sembra subito che voglia spaccare il mondo e comincia alla grande svariando su tutto il fronte offensivo. Alla fine rimane isolato in avanti assieme a Faella quando la squadra si spacca in due e non riesce a ripartire nemmeno in contropiede.

(dal 29’ st Ferreira) – Strano destino quello del brasiliano. Da tempo, complice anche una serie di malaugurati infortuni, non riesce più a trovare posto in formazione. E quando riesce a entrare in campo sul finale non ha nemmeno il tempo di farsi apprezzare per le sue indubbie qualità tecniche. Avrebbe bisogno di più considerazione.

Faella – Ci mette sempre lo zampino in zona gol e lo fa nel primo tempo dopo dodici minuti di gioco segnando un gol da posizione impossibile riprendendo un primo tentativo di Mancino. È il più efficace e presente in zona gol anche se non riesce a sfruttare qualche altra buona occasione per il meritato raddoppio (riferito al primo tempo).

da paganesegraffiti.it

Real Monterotondo-Paganese 2-1: ancora una delusione, cosa c’è che non va?

DI NINO RUGGIERO

Paganese ancora dai due volti. Spavalda e fiera nel primo tempo quando, dopo aver segnato con Faella, avrebbe potuto e – anzi – dovuto chiudere la partita segnando almeno altri due gol; ma paurosamente in ambasce nel secondo tempo (cosa che in verità sta capitando negli ultimi tempi molto spesso) quando gli avversari hanno preso il dominio del gioco e hanno segnato il solito gol di testa, che non manca mai, con palla inattiva da calcio d’angolo.

Ci sarebbe da chiedere perché la squadra sia vittima di questo strano fenomeno in fatto di rendimento e perché giocatori che per quarantacinque minuti tengono il campo da mattatori, dando dimostrazione di bel gioco, di padronanza del ruolo e del campo, riescano poi a perdere la tramontana e a crollare quasi di colpo.

La cosa non dovrebbe passare sotto silenzio e tutti – tecnico per primo – dovremmo interrogarci su questo strano fenomeno tattico. Allora, se non dipende da un fatto fisico e di precarie condizioni atletiche (cosa molto probabile), bisognerebbe chiedersi che cosa impedisce alla squadra di continuare a giocare come nei suoi momenti migliori. La risposta a questo punto dovrebbe darla proprio Raffaele Esposito che conosce il polso della situazione meglio di chiunque altro.

Resta il fatto, incontrovertibile, che la squadra vede allontanarsi sempre di più la vetta della classifica, anche se bisognerà attendere le gare di domani per fare il punto sulla situazione. Di certo, la sconfitta non farà dormire tutti quelli che hanno creduto e credono ancora in una squadra da primato.

da paganesegraffiti.it

Real Monterotondo-Paganese 2-1: un eurogol di Menghi e una pessima ripresa condannano gli azzurrostellati.

E’ un capolavoro balistico da oltre 35 metri di Menghi ad un minuto dal triplice fischio a condannare la Paganese alla sconfitta nell’anticipo del sabato col Real Monterotondo. Un ko inatteso e doloroso che certifica però il momento di affanno degli azzurrostellati che non riescono a vincere da 4 gare con appena 6 punti conquistati nelle ultime 6 gare. 

E pensare che la gara con la compagine laziale era iniziata nel migliore dei modi con la squadra di mister Esposito completamente padrona del campo per ritmo, intensità e pericolosità fin dalle primissime battute (con Mancino dopo 30 secondi e Faella un minuto dopo) tanto da trovare col solito attaccante azzurrostellato dopo appena 12 minuti l’uno a zero. Un vantaggio certificato fino all’intervallo con un netto predominio territoriale durante cui la Paganese avrebbe potuto anche raddoppiare come alla mezzora quando soltanto da un intervento provvidenziale di piede di Silvestrini negava la personale doppietta al numero 45. 

Poi, il patatrac! Come avviene puntualmente da oltre un mese, nella ripresa la Paganese muta totalmente atteggiamento: a quella arrembante e sicura di sé si alterna quella col “braccino corto”, timorosa, attendista che abbassa sistematicamente il proprio baricentro lasciando campo, spazio ed idee agli avversari. E cosi come già accaduto nelle trasferte col Lattedolce e Guidonia, anche il Real Monterotondo prende coraggio tanto da pareggiare la contesa dopo un quarto di gara col colpo di testa di Contucci sugli sviluppi per poi ribaltarla con l’eurogol in pieno recupero di Menghi.

Nel mezzo un atteggiamento totalmente sbagliato, un’inadeguata reazione e l’assenza di pericolosità, se non nell’occasione di Ferreira fermato prima del gol per un fallo di mano, evidente e precedente, di Faella. Anzi, il rischio di poter capitolare già al 25’ se non fosse stato per l’intervento di piede di Spurio sulla conclusione di Menghi.   

IL TABELLINO

MARCATORI: pt 12’ Faella; st 17’ Contucci, 48’ Menghi

REAL MONTEROTONDO (3-5-1-1): Silvestrini; Contucci, Ceccarelli, Darini; Albanesi, Maleandri, Gningue, Manca, Fontana; Napoleoni (45’ st Barba); Riosa (19’ st Menghi). A disp.: Mengucci, Zaccone, Volpe, Muti, Pellegrini, Ansini, Bencivenga. All.: Stillo

PAGANESE (3-5-2): Spurio, Galizia (38’st Langella), Esposito, Dicorato; Ianniello, Mancino (23’ st G. De Feo), Bucolo, Ricci, De Angelis; Faella, D’Angelo (29’ st Ferreira). A disp: Grimaldi, F. De Feo, Boccia, Del Gesso, Zugaro, Fierro. All.: Esposito

NOTE: Spettatori 300 circa. Ammoniti: Ricci, Riosa, Dicorato, Manca, De Angelis, Galizia, Maleandri, Bucolo. Recupero: 2’pt, 4’st

da paganesemania.it

14.1.25

Un ballo per uomini duri.

DI NINO RUGGIERO

Il pareggio interno conseguito con l’Anzio ha lasciato sicuramente l’amaro in bocca a chi pensava, calendario alla mano, di riuscire a rosicchiare, in questa tornata, punti preziosi alle dirette avversarie nella lotta per il primato.

Invece questo campionato, purtroppo o per fortuna, si sta caratterizzando per risultati a volte insperati conseguiti da squadre sulla carta meno dotate e che capovolgono miseramente tutte le aspettative di squadre costruite per vincere.

Intendiamoci subito, a evitare equivoci: l’attuale Paganese non è una squadra costruita per vincere. Non lo è stata fin dall’inizio, in piena estate, quando per evitare facili entusiasmi, la nuova proprietà ha inteso subito mettere le mani avanti parlando di un progetto a scadenza; lo stesso che avrebbe comportato la definizione, una volta per sempre, del gravoso debito societario contratto negli anni con l’erario. La nuova squadra, affidata al giovane allenatore Esposito, intanto avrebbe dovuto avere un buon assetto di gioco, equilibrato e armonico, con giovani di prospettiva, in grado di poter aspirare nel tempo anche a traguardi di buon prestigio. E a dire il vero, la compagine, venuta fuori dalle ceneri dello scorso anno, grazie soprattutto al determinante arrivo in società del patron Nicola Cardillo, riesce quasi subito a coniugare, nel modo giusto, equilibrio amministrativo-contabile ed equilibrio tecnico-tattico.


Fin qui ci siamo. La storia non si inventa dall’oggi al domani, così come non si inventa una capolista su due piedi.

È una squadra, quella degli azzurrostellati, che grazie proprio all’equilibrio raggiunto, man mano che le giornate passano, in virtù anche di buoni e incoraggianti risultati sportivi raggiunti, autorizza i suoi tifosi a sperare in un sogno epocale. Infatti, a un certo punto del campionato, e siamo all’inizio di novembre, la Paganese sembra scoppiare di salute: vince a mani basse con la Sarrabus Ogliastra, espugna il campo della Cynthiaalbalonga, pareggia con Terracina e Gelbison, vince in casa con la Sarnese e si presenta al primo posto in classifica. Arrivati in vetta, nonostante i programmi di minima a suo tempo stilati, voi che amate la “stella” che avreste fatto? Avreste deposto le armi? Risposta ovvia: allora crediamoci!

“Questo è un campionato aperto, tutto da giocare – sostengono oggi gli esperti, soprattutto quelli che conoscono a menadito le insidie degli altri gironi della stessa categoria – sarebbe da folli non partecipare alla lotta per il primato in un girone non proprio impossibile”

Ecco perché la Paganese, partita con ambizioni modeste, adesso non può tirarsi indietro e deve partecipare al ballo del primato; ballo riservato agli uomini duri, a quelli che non mollano mai. In un campionato che non ha mattatori, la posta in palio è altissima e vincerà probabilmente chi avrà più polvere da sparare nelle partite decisive che vedranno le contendenti sfidarsi a viso aperto, l’una contro l’altra.
In questo tipo di partite sono attesi gli elementi di carattere, quelli che hanno le giuste esperienze maturate in tanti campionati su campi infuocati e quelli che hanno classe da vendere.

Sapranno recitare il ruolo di primo piano richiesto i vari Bucolo, Ricci, Faella, D’Angelo, Ferreira e De Feo? Speriamo di sì!

da paganesegraffiti.it
foto da Paganese Calcio

La Paganese vista da... Nocera! - Serve di più!

Dopo il Lattedolce e il Guidonia anche l'Anzio dell'ex Sirignano ferma la Paganese che non riesce più a vincere. Anzi c'è mancato poco che la vincessero i laziali, se non ci fosse stato il solito Spurio a guadagnarsi la pagnotta, con un duplice intervento nel primo tempo ed uno nel finale. 

La partita della Paganese è la solita da qualche tempo: primo tempo discreto per poi calare nella ripresa. Troppo poco per rincorrere una vittoria, che manca da tre giornate, con i tre punti che sono stati agguantati solo due volte nelle ultime otto gare, a fronte di cinque pareggi ed una sconfitta. Numeri che certificano il rallentamento degli uomini di Esposito che, ancora una volta, si sono spenti nel secondo tempo non sporcando mai, nonostante la girandola degli attaccanti, i guanti di Perna, spettatore infreddolito.

Eppure abbiamo assistito ad un predominio territoriale della Paganese con buone trame determinate da una qualità aumentata dalle giocate di Ricci, di un Bucolo sempre più faro del centrocampo, e delle capacità di D'Angelo in fase di rifinitore con tocchi di prima utili per dare soluzioni in attacco. "Tutto molto bello" come diceva il maestro Bruno Pizzul, nelle sue impareggiabili telecronache, ma che si arenavano ai sedici metri con il solo Zugaro che tentava qualche rasoiata dalla distanza innocua. Serve di più! 

Se non si tira in porta non si creano occasioni, non si segna e di conseguenza non si vincono le partite. Se poi Faella, bravo in fase di suggeritore, ha le polveri bagnate da qualche domenica e poi si tira fuori D'Angelo, il più pimpante lì davanti con tanti dubbi sulla sua sostituzione, allora finisce zero a zero. 

L'unica nota lieta della giornata giunge dagli altri campi, tranne la Gelbison che non si ferma più e inanella la sesta vittoria consecutiva, con le distanze dalla vetta che restano invariate a quattro. Una magra consolazione, anzi un'altra occasione sprecata dopo Sassari e Guidonia.    

Peppe Nocera - paganesemania.it

13.1.25

Paganese-Anzio 0-0: la Rassegna Stampa da PaganeseGraffiti.





Gli altri risultati e la classifica aggiornata: la Paganese perde il contatto con la vetta.


Paganese-Anzio 0-0: il Pagellone di PaganeseGraffiti.

Allenatore Raffaele Esposito – Ha presentato una formazione armonica, probabilmente la migliore del momento, considerando l’obbligo dei tre under. Bisognerà però trovare posto più stabilmente a Gianmarco De Feo e a Ferreira, apparsi in buona forma, per aumentare il tasso tecnico della squadra dalla tre quarti in avanti. Ma sappiamo anche che non sarà facile trovare una soluzione di ordine tattico che contempli il loro impiego.

Spurio – Determinante in due occasioni: al 13’ del primo tempo e nella ripresa quando, a tempo quasi scaduto, riesce a chiudere un diagonale di Laribi dalla sinistra. Dimostra ancora una volta di essere un punto di forza della squadra.

Galizia – Ritornato sulla destra della difesa schierata a tre, gioca una partita diligente sia in fase difensiva che di proposizione del gioco soprattutto nella prima parte della gara. Riconferma le solite note positive che lo pongono tra i migliori under del girone.

Dicorato – Prende posto al centro della difesa e assicura ermeticità al reparto arretrato. Si fa vedere anche in avanti quando le condizioni tattiche lo consentono e cerca di dare il proprio contributo alla squadra in fase di costruzione del gioco.

(dall’87’ Esposito) – Per lui solo il tempo di tirare un sospiro di sollievo per essere rientrato in formazione dopo l’infortunio che lo ha tenuto fuori squadra.

Zugaro – È tra i più attivi della squadra e non si limita solo a controllare la sua zona d’influenza. La sua generosità lo porta spesso a strafare ma non si può dire che non abbia tentato in tutti i modi di dare consistenza al suo gioco più che propositivo in avanti.

Ianniello – Comincia bene e si fa vedere in avanti sulla destra dell’attacco. È quello che più di tutti va vicino alla segnatura in almeno due occasioni, ma i suoi tiri non sortiscono gli effetti sperati. Cala poi di molto sul finale di gara.

Bucolo – Gara generosa come al solito e regia impeccabile nella zona centrale del campo. Il reparto da lui presieduto funziona bene e lavora molto palloni nella fase di costruzione del gioco. Ma l’intesa con gli attaccanti lascia purtroppo parecchio a desiderare.

Ricci – Si fa vedere a centrocampo e riesce anche a dialogare con Bucolo nella fase di impostazione del gioco, ma il suo gioco, ancorché lineare, non supera mai i livelli di guardia. Si fa apprezzare per l’esperienza e il mestiere, di cui è dotato, e che potrebbero servire soprattutto nei momenti topici di una gara.

De Angelis – A volte appare come un corpo estraneo nella manovra della squadra, nonostante si proponga disciplinatamente in avanti sulla fascia sinistra dello schieramento. Si distingue per linearità di gioco e per il fatto di non sbagliare mai un appoggio.

(dal 81’ Langella) – Entra nei minuti finali della partita e cerca di farsi vedere subito in zona gol.

Mancino – Inizia alla grande, come nelle sue migliori giornate, e mette lo zampino in tutte le azioni che la squadra propone in avanti. Si fa apprezzare soprattutto nella prima parte della gara e va vicino alla segnatura che gli manca da tempo. Cala di ritmo e di intensità nel secondo tempo.

(dal 79’ Ferreira) – Pochi minuti per lui dopo l’infortunio che lo ha tenuto lontano per parecchie giornate. Ha appena il tempo di segnalarsi per una buona giocata in avanti.

Faella – Quando non è in giornata, gli riescono difficili tutte le giocate per cui viene unanimemente apprezzato. Si intestardisce nel voler imporre la sua fisicità ma viene costantemente bloccato da marcature asfissianti preparate apposta per lui.

D’Angelo – Cerca di divincolarsi dalle marcature predisposte per lui e non riesce mai a essere pericoloso in zona gol. Avrebbe bisogno di essere maggiormente assistito per esprimere al meglio il suo valore di uomo-gol.

(dal 66’ G. De Feo) – Gioca finalmente qualche minuto in più del solito e dimostra di essere oramai pronto per gettarsi nella mischia. Vivacizza la manovra di attacco della squadra giocando sulla destra dello schieramento.

da paganesegraffiti.it

Con l'Anzio, tra le mura amiche, si poteva fare di più!

DI NINO RUGGIERO

Si poteva fare di più? Probabilmente sì, ma nel calcio non c’è mai niente di scontato. In una giornata gelida, sferzata da un tremendo vento di tramontana, su un terreno di gioco pesantissimo a causa delle abbondanti piogge cadute soprattutto in nottata, la Paganese non è riuscita a scardinare la porta dell’Anzio e si è dovuta accontentare di un pareggio, il cui valore sarà soppesato solo a fine torneo.

Agli avversari di turno è bastato assestarsi per bene in difesa, con marcature asfissianti predisposte su Faella e D’Angelo per bloccare quella che per loro sulla carta poteva sembrare una macchina da gol. Veramente poche, le occasioni da rete capitate nel corso della gara agli azzurrostellati, che si sono limitati a uno sterile predominio territoriale, interrotto peraltro di tanto in tanto da ficcanti azioni in contropiede.

Quando non si riesce a vincere, si diceva una volta, è meglio pensare soprattutto a non perdere; cosa che la Paganese ha fatto, senza mai buttarsi scriteriatamente in avanti. Resta da vedere, per quello riguarda il discorso promozione, come evolverà il campionato giacché grosso modo le posizioni di testa non hanno subito grosse variazioni. Probabilmente ne sapremo di più dopo le prossime tre gare che vedranno la Paganese impegnata prima a Monterotondo, poi in casa con il Cassino e successivamente a Pozzuoli.

da paganesegraffiti.it

Paganese-Anzio 0-0: contro i laziali poche idee e pochi spazi...

Termina a reti bianche la prima sfida interna del 2025 della Paganese che al “Torre” viene ingabbiata dall'Anzio al termine di una gara in cui sono proprio i laziali a sfiorare il colpo grosso. Sono, infatti, due interventi prodigiosi di Spurio in avvio di gara (13’) su Buatti e De Luca in rapida successione, sugli sviluppi di un angolo, e sul finire del match (86’) su Laribi, lanciato a rete, ad evitare guai maggiori. 

Nel mezzo solo Paganese con un costante, ma infruttuoso, possesso palla cin la manivra che si arenava sulla trequarti avversaria in assenza di un guizzo, di un’invenzione ma anche in virtù della solidità difensiva mostrata dai laziali che, guidati da un insuperabile Sirignano, ex di turno, non lasciava spazio in profondità. 

Gli azzurrostellati si affidano così in 3 circostanze a conclusioni dalla distanza di Zugaro, oltre che ad una di D’Angelo (39’) ed a quella di Mancino (26’) che, su imbucata di Bucolo, manda a lato.

Ancor più difficoltà nel creare occasioni nella ripresa dove, in termini di imprevedibilità e pericoli, a nulla valgono neanche gli ingressi di Ferreira e Gianmarco De Feo. L’unico tiro in porta (75’) è proprio di quest’ultimo su un calcio piazzato facile preda di Perna.

Poco, troppo poco per chi ambisce alla serie C.

IL TABELLINO

Paganese (3-5-2): Spurio; Galizia, Dicorato (40’ st Esposito), Zugaro; Ianniello, Mancino (35’ st Ferreira), Bucolo, Ricci, De Angelis (37’ st Langella); D’Angelo (21’ st G. De Feo), Faella. A disp. Grimaldi, Boccia, Del Gesso, Coratella, Fierro. All. Esposito

Anzio (3-5-2): Perna; Buatti, Sirignano, Pompei (27’ st Valentini); Maini, Gennari (20’ st Bartolotta), Laribi, Paglia, De Luca; Di Mino (5’ st Bencivenga), Cori. A disp. Testagrossa, Bartolocci, Bertucci, De Maio, Galati, Minnocci. All. Guida

Arbitro: Kovacevic di Arco Riva
Note: Spettatori 1000 circa. Ammoniti: Gennari, Zugaro, Paglia, Sirignano, Faell. Angoli: 4-3. Recupero: 2’ pt, 5’ st

da paganesemania.it

7.1.25

La Paganese vista da...Nocera! - No, così no!

No, così no! Non si può buttare al vento una vittoria pesantissima, come quella che sino a pochi secondi dalla fine la Paganese stava ottenendo a Guidonia, in un autentico scontro al vertice. Se alla vigilia, vista l'emergenza in difesa, avremmo firmato per un pareggio poi però se trovi il vantaggio e ti ritrovi con la vittoria in pugno la devi portare a casa, senza se e senza ma! Si è persi una grossa occasione perchè la vittoria avrebbe mantenuto inalterato il distacco dalle altre che, come avevamo anticipato, hanno vinto tutte in casa contro i loro avversari di turno. Con l'inizio del girone di ritorno i punti pesano come macigni e bisogna fare di tutto per assicurarseli, evitando di cominciare a fare i calcoli dove si sono sprecati, perchè iniziano ad essere troppi.

D'Angelo si presenta nel migliore dei modi, con il primo gol in azzurro, nella giornata in cui Faella è sembrato sottotono e Ferreira, maledetta traversa, e Giammarco De Feo hanno avuto un buon rientro dopo i rispettivi infortuni. Problemi in difesa dove si è ballati troppo con Langella in grande difficoltà, tutto compensato da uno Spurio che, con alcune parate, ha mantenuto a galla galla gli azzurri sino al meritato pareggio del Guidonia.

Bisogna fare delle riflessioni alla luce di quanto emerso nelle ultime gare della Paganese che sembra non riuscire mai a tenere in pugno la partita. Manca la capacità, deficienza emersa già in altre occasioni, di sferrare il colpo del ko. Dalla gara con la Sarnese, alla trasferta di Uri, all'Ilvamaddalena, dove s'è rischiato tanto, passando per la debacle con il Lattedolce, sino alla partita di ieri. Non si può pensare di uscire sempre indenni, se si disputa un secondo tempo dove non si supera il centrocampo, lasciando sempre iniziativa agli avversari alla lunga la paghi. Si produce troppo poco per mantenere il vantaggio minimo pensando di affidarsi sempre a Santo Spurio. E' una Paganese che deve fare di più se vorrà mantenersi aggrappata al gruppo di testa, visto che lì davanti corrono.

Il meno quattro dal Cassino non è un problema, c'è un girone di ritorno da giocare, ma bisogna alzare l'intensità e le prestazioni se si vuol pensare in grande ed è ovvio che ora sei costretto a sbagliare il meno possibile. La cura è un filotto di vittorie consecutive, vedi Gelbison e Cassino, a partire dalla gara con l'Anzio e ritornare ad imporsi anche in trasferta come nella prima parte del girone d'andata. I punti, come detto, ora sono come macigni.

Peppe Nocera - paganesemania.it

foto di TelePhoto Guidonia

Guidonia-Paganese 1-1: la classifica aggiornata.


Siamo arrivati all’essere o non essere.

DI NINO RUGGIERO

Da dove vogliamo cominciare? Dalla prestazione complessiva della squadra o dal risultato conseguito a Guidonia? Forse da tutti e due; è meglio.

In termini di resa, che nel calcio conta molto, forse anche troppo, si potrebbe dire che la Paganese ha raccolto quello che ha seminato. La squadra ha giocato fin dai primi minuti, com’era era giusto che fosse, con il freno a mano tirato, costretta anche dall’atteggiamento super aggressivo dell’avversaria. Nel discorso puramente tattico e di schieramento, dovremmo parlare di una difesa predisposta inizialmente a cinque, avendo l’allenatore Esposito optato per tre centrali quasi nuovi di zecca (Boccia, Galizia e Zugaro) assistiti sulle due fasce rispettivamente da Ianniello a destra e da Langella a sinistra. Orbene, una volta esaurito, senza conseguenze letali, il prevedibile assalto degli assatanati padroni di casa che – ricordiamolo anche a noi stessi – hanno costruito una squadra per vincere il campionato, la Paganese ha avuto il modo di riorganizzare le sue file per dimostrare che in campo c’era anche un’altra seria competitrice. È stato questo il periodo migliore per gli azzurrostellati che si sono scrollati di dosso tutte le remore della vigilia e hanno iniziato a giocare come sanno, potendo contare finalmente non più sul solo Faella ma anche su un D’Angelo dall’argento vivo addosso. È nella fase centrale della partita che gli azzurrostellati si sono fatti apprezzare potendo contare su un centrocampo armonico, saldamente nelle mani esperte di Bucolo, del redivivo Ricci, ancora alla ricerca della forma migliore, e di Mancino, pronto a svolazzare come sa nei periodi migliori dalla trequarti in avanti.

Il gol è stato solo il giusto corollario di una manovra che faceva tremare i polsi agli avversari per quello che la squadra potenzialmente andava a proporre con il duo Faella-D’Angelo veramente incontenibile.

Purtroppo il periodo d’oro della squadra si è esaurito troppo presto e nell’aria ha preso ad aleggiare la solita paura di non farcela, tipico delle squadre giovani e poco avvezze a saper gestire le partite; paura che psicologicamente non solo ti fa arretrare il baricentro il gioco, ma che è anche figliastra di un cattivo gioco di rimessa che ti fa sbagliare anche gli appoggi ritenuti più facili e scontati.

Alla fine, tentativo dopo tentativo, i padroni di casa sono passati proprio sul filo di lana, e non si può dire che abbiano rubato granchè.

Sarà ancora una volta il caso di recitare il “mea culpa” in casa Paganese per non essere riusciti a tenere in piedi una partita che probabilmente poteva essere gestita in modo diverso anche dal punto di vista tattico. Il che non significa affatto che Raffaele Esposito stia gestendo male le risorse a sua disposizione; anzi se vogliamo ha fatto davvero miracoli per presentare una difesa nuova di zecca a causa delle contemporanee assenze di Giuseppe Esposito, Francesco De Feo e di Dicorato, consegnando le chiavi del reparto difensivo al diciannovenne Galizia schierato come perno centrale di difesa.

Piuttosto, sarà anche il caso di rimodulare le carte in difesa in attesa di poter schierare gli elementi migliori, schierando, se del caso, proprio sulle due fasce, alternativamente, a sostegno della difesa formata con tre centrali, sia Ferreira che De Feo che hanno mostrato di avere recuperato del tutto la loro forma migliore. Raffaele Esposito d’altronde non ha bisogno di suggerimenti, e di certo avrà intuito che non sarà possibile giocare ancora eternamente con due esterni bassi a protezione della fase difensiva; questo se veramente si hanno sogni di grandezza.

In proposito, non conosco l’intendimento della società in vista della riapertura delle liste dei professionisti. Ma un pensierino lo farei proprio per un rinforzo necessario e di esperienza in difesa e di un esterno giovane in grado di saper coniugare sia la fase difensiva che quella propositiva in appoggio di un attacco che finalmente può contare su un duo di tutto rispetto in zona gol.

Poi, parliamoci chiaro, la squadra sta andando bene, oltre le previsioni della vigilia. Ma bisognerebbe capire se quel “qualcosa in più” serve o non serve per arrivare in vetta. Un po’ come esplicitare il famoso “essere o non essere”. Non so se sono stato chiaro…

da paganesegraffiti.it

5.1.25

La beffa di Guidonia!

Che beffa! Non potrebbe esserci commento diverso al triplice fischio della sfida di Guidonia che ha visto la Paganese subire ad appena 20 secondi dalla fine il pari ad opera di Calì. Si, perché gli uomini di mister Esposito erano riusciti ad ingabbiare con una condotta di gara ben precisa i laziali andando così ad un passo dal colpo grosso e dai tre punti che avrebbero significato tanto in classifica e per il morale sul campo di una delle dirette concorrenti alla vittoria finale. 

Ed invece resta tanto rammarico in casa azzurrostellata che, dopo aver ‘subito’ la partenza a spron battuto del Guidonia pericolosa con la traversa di Rossi ed il tapin sotto rete mancato da Maurizi, passa in vantaggio alla mezz’ora. Al primo vero affondo, dopo conclusioni velleitarie di Faella e Mancino, l’ultimo arrivato D’Angelo in piena area, servito dalla destra da Ianniello, batte Mastrangelo. 

Il gol subito toglie certezze e quella foga agonistica al Guidonia che, nonostante mantenga un costante possesso palla con gli azzurrostellati dietro la linea della palla, non riesce a sfondare, affidandosi prevalentemente a cross al centro, prede di Spurio. L’occasione più ghiotta la crea, invece, proprio la Paganese con il neoentrato Ferreira (86’) su cui è provvidenziale l’intervento di Mastrangelo che, con l’ausilio della traversa, riesce a deviare in angolo. Ed è proprio quando si stavano per assaporare i tre punti, arriva la beffa: sull’ennesima palla al centro dalla sinistra, Calì svetta in piena area battendo di testa Spurio per l’1-1 finale. 

IL TABELLINO 

GUIDONIA (3-5-2): Mastrangelo; Piroli (21' st Tounkara), Cristini, Sfanò (37' st Icardi); Spinosa, G. Rossi (5' st El Bakhtaoui), Buono (31' st Ardizzone), Errico, Guerriero; A. Rossi, Maurizi (12' st Calì). A disp.: Guerrieri, Maccari, Giordani, Calzone. All.: D'Antoni 

PAGANESE (3-5-2): Spurio; Ianniello, Galizia, Boccia (27' st Dicorato); Zugaro, Mancino (34' st De Feo), Bucolo, Ricci (18' st Del Gesso), Langella; Faella (37, st G. De Feo), D'Angelo (37' st Coratella). A disp.: S. Esposito, Mascolo, De Angelis, Petrosino. All.: Esposito 

ARBITRO: Teghille di Collegno 
MARCATORI: 31' pt D'Angelo, 50' st Calì
NOTESpettatori 1000 circa. Ammoniti: Zugaro, Cristini, Tounkara, Piroli, Ardizzone. Recupero: pt 3', st 5'

da paganesemania.it

Guidonia-Paganese 1-1: il Pagellone di PaganeseGraffiti.

Allenatore Raffaele Esposito – Questa volta le mosse effettuate con le sostituzioni in corso d’opera non giocano a suo favore. Ma si sa che le mosse risultano geniali quando il risultato viene salvaguardato e possono sembrare sbagliate quando invece non si riesce a portare a termine una vittoria. Cose del calcio…

C’è da dire che ancora una volta non ha potuto schierare tutti in una sola volta elementi determinanti dello schieramento difensivo e di conseguenza ha dovuto schierare un reparto arretrato del tutto inedito. Di meglio probabilmente non poteva fare anche se un posticino per Ferreira e per Gianmarco De Feo, completamente ristabiliti, dovrà pur trovarlo.

Spurio – È uno di quelli che non sbagliano una partita. Mantiene a galla la squadra nei momenti più delicati e lo fa con grande mestiere e bravura. Sui palloni alti è insuperabile e scoraggia tutti i tentativi avversari. Nulla può in occasione dell’ultimo assalto avversario quando il cronometro segna novantacinque minuti di gioco.

Boccia – Schierato come terzo difensore centrale sulla destra della formazione trova una certa difficoltà ad arginare le manovre degli avversari che si sviluppano nella sua zona di competenza. Comincia anche con un errore in disimpegno che poteva costare caro per poi riprendersi e giocare con più scioltezza. Esce nel secondo tempo per fare posto a Galizia che si sposta nel suo ruolo iniziale.

(dal 28’ st Dicorato) – Entra per dare maggiore compattezza alla difesa nel momento di maggiore pressione offensiva degli avversari. La sua esperienza è richiesta in un momento delicato anche se il calciatore non è ancora al meglio della condizione fisica. L’allenatore Esposito sente di poterlo rischiare nel finale di gara.

Galizia – Gioca al centro della difesa a tre visto che sono assenti in contemporanea Esposito, Francesco De Feo e Dicorato. Se la cava molto bene, lui che è anche un under, nell’organizzazione della difesa, tanto da risultare uno dei più azzeccati acquisti, (richiesto peraltro proprio dall’allenatore Raffaele Esposito).

Zugaro – È un altro che oramai gioca a occhi chiusi nel terzetto dei difensori centrali, posizionato a sinistra dello schieramento. Comincia alla grande riuscendo non solo a tamponare gli attacchi avversari che arrivano sua fascia da lui presieduta ma anche a proporsi a sostegno delle manovre di centrocampo che la squadra va ad elaborare

Ianniello – Schierato a destra a ridosso di Boccia, ma con compiti non solo difensivi, non riesce a emergere in fase di proposizione del gioco sulla sua fascia. Svolge però egregiamente, per caratteristiche tecniche, la fase difensiva riuscendo più di una volta a porre freno ai tentativi avversari nella zona di sua competenza.

Bucolo – Stavolta, soprattutto a causa delle defezioni che hanno interessato l’intero reparto difensivo, sente di dover dare di più alla squadra soprattutto nella fase di contrasto e di opposizione nei confronti di avversari particolarmente agguerriti. Di conseguenza arretra di molto la sua azione e gioca costantemente a protezione della difesa. La squadra però, nel mentre se ne avvantaggia per quello che riguarda la difesa, perde un punto di riferimento importante in fase di costruzione del gioco e i collegamenti tra centrocampo e attacco non sono quelli delle migliori giornate

Ricci – Sta cercando di trovare una sistemazione adeguata nello schieramento di centrocampo. Comincia con grande impegno e il suo mestiere si fa sentire nella fase calda della prima frazione di gioco. Poi viene risucchiato indietro quando gli avversari prendono il dominio del gioco ed è costretto a giocare dietro proprio a ridosso della sua difesa.

(dal 18’ st Del Gesso)- Entra nel periodo più delicato della squadra al posto di Ricci che ancora non ha i novanta minuti nelle gambe. Ma non riesce a dare il contributo atteso anche se il suo impegno è come sempre encomiabile.

Langella – Schierato come esterno di sinistra riesce a farsi valere soprattutto nella fase difensiva perché dalle sue parti il Guidonia trova un disco rosso. Bravo a difendere la sua fascia, per caratteristiche tecniche e strutturali, non è altrettanto efficace quando si tratta di proporre gioco in avanti. Ma di certo è un giovane di grandi prospettive.

Mancino – È un periodo in cui non gli gira bene tutto quello che fa. Si dà molto da fare nel tentativo di ricucire il gioco nella zona centrale del campo, ma non sempre riesce a fare emergere le sue indubbie qualità tecniche contrastato com’è da un nugolo di avversari particolarmente agguerriti che gravitano nella sua zona.

(dal 40’ st G. De Feo) – Pochi minuti per lui ma mostra di essere ormai pronto per i futuri cimenti

D’Angelo – Pone subito il suo personale sigillo alla gara e si fa valere in attacco fin dal primo minuto di gioco sfiorando subito la segnatura con un azzeccato colpo di testa su servizio di Faella. L’appuntamento con il gol per lui è solo rimandato perché alla mezzora porta la sua squadra in vantaggio

(dal 40’ st Coratella) – Breve apparizione in attacco per far tirare il fiato alla coppia Faella-D’Angelo.

Faella – Oramai gli avversari conoscono le sue caratteristiche e non gli danno tregua con marcature doppie, triple e ossessive. Funge però, se non altro, da esca in avanti perché, D’Angelo il suo compagno di reparto, riesce a dare il meglio di se stesso in zona gol

(dal 40’ st Ferreira) – Pochi minuti anche per lui che però, quasi allo scadere del tempo, è autore di una perla di prima grandezza meritevole di maggiori fortune. Il suo tiro dalla sinistra indirizzato all’incrocio dei pali viene miracolosamente deviato in angolo dal portiere avversario.

da paganesegraffiti.it

Guidonia-Paganese 1-1: il pari del rimpianto.

DI NINO RUGGIERO

Il pareggio agguantato dal Guidonia proprio alla scadere del novantacinquesimo non deve essere inteso come una condanna per la Paganese. È un pari che premia i padroni di casa e che indubbiamente lascia l’amaro in bocca agli azzurrostellati ormai quasi certi di aver conquistato una importante posta in palio proprio contro una squadra che si presenta come concorrente diretta nella lotta per il primato. Ma il calcio riserva sempre sorprese e bisogna accettare sportivamente l’esito del campo, anche se i rimpianti riferiti all’intero incontro non sono pochi.

Un pareggio in campo esterno, contro una concorrente diretta, non deve essere inteso come risultato negativo. Altri sono i risultati negativi, soprattutto quando si incontrano squadre di livello inferiore senza riuscire a cavare il classico ragno dal buco. In questo tipo di partite bisognerà tirare fuori tutta la forza e la rabbia sportiva per confermare che nella lotta per la prima posizione la Paganese c’è sempre. C’è, e bisognerà chiarirlo una volta per sempre, soprattutto se si riuscirà ad avere a disposizione tutti gli uomini di cui la squadra ha bisogno, non escluso qualche acquisto dell’ultima ora. Classifica alla mano, si è allargata la schiera delle pretendenti per un posto al sole. Ma in un campionato così livellato nei valori, la Paganese può giocarsela con tutte fino all’ultimo. Solo che bisognerebbe avere a questo punto del torneo la forza di dire “presente” a tutto spiano, non escluso qualche ulteriore acquisto mirato. Con convinzione, senza tentennamenti.

da paganesegraffiti.it