31.10.16
Grassadonia furioso: "Siamo dei coglioni, prendiamo sempre gli stessi gol e non è più un caso".
Dal punto di vista tattico, invece, Grassadonia sottolinea quanto di buono fatto dai suoi. "A volte il Catania ha avuto il predominio territoriale però non abbiamo subito tiri in porta. Anzi nel primo tempo siamo stati noi ad avere una palla-gol clamorosa dove è stato bravo Pisseri, altre avremmo potuto sfruttarle meglio ma ci è mancato ultimo passaggio. Di Cecco sarebbe dovuto essere ammonito molto prima, visti i tanti falli subiti da Cicerelli ma non voglio dare responsabilità a nessuno, se non a me, perchè la guido, forse non sono bravo e deciso a far voltare l'andamento di questi regali, e ai miei ragazzi: non si può dormire così dopo 11 giornate. A Catania, così come a Cosenza, abbiamo giocato a viso aperto ma torniamo a casa, nonostante il vantaggio iniziale, con un pugno di mosche in mano. L'abbiamo persa anche qui per colpa di dieci minuti di blackout".
Danilo Sorrentino
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Top & Flop di Catania-Paganese.
TOP:
Biagianti (Catania): anima della squadra, non solo per la fascia di capitano che indossa, ma soprattutto per lo spirito con cui affronta ogni singolo contrasto, con la voglia di mangiare l'erba e di condurre la squadra lì dove gli compete. Segna il suo primo gol dopo il suo ritorno in Sicilia, quasi quattro anni dopo l'ultima volta. LEONE.
Cicerelli (Paganese): spina nel fianco della retroguardia etnea. Mette a ferro e fuoco la difesa etnea sulla sua fascia di competenza, saltando ripetutamente Di Cecco, suo diretto marcatore. Per uscire dal brutto momento ci vorranno, però, anche i suoi gol. ZANZARA.
FLOP:
Nessuno (Catania): prestazione gagliarda sul piano dell'atteggiamento e dello spirito. Unica nota dolente la disattenzione difensiva da cui nasce il gol del momentaneo vantaggio ospite. Per il resto, tanto carattere e voglia. E la classifica, ora, sorride un po' di più. GRINTOSI.
Tenuta mentale (Paganese): grida vendetta il modo in cui i campani hanno gettato al vento il match. Avanti di un gol, hanno subito il gol del pari immediatamente, per poi andare sotto a causa di un lancio che ha tagliato in due la difesa. Con maggiore concentrazione sarebbero stati punti pesanti. DISTRATTI.
30.10.16
Ancora una volta la Paganese torna a casa con le pive nel sacco.
Nella foto, tratta da Sportube, la parata di Pisseri su tiro ravvicinato di Reginaldo nel primo tempo
Di Nino Ruggiero
Per la seconda volta in due trasferte, la Paganese se ne torna malinconicamente con le cosiddette pive nel sacco. Passi per l’inopinata sconfitta rimediata a Cosenza, causata soprattutto delle espulsioni di Alcibiade e di Marruocco; ma a Catania come la mettiamo? Che scuse possiamo ancora trovare per giustificare un risultato che – alla luce della pur buona prova complessiva della squadra azzurro-stellata – avrebbe dovuto vestire altri panni, non certo quelli della sconfitta?
Prendere due gol come quelli incassati oggi a Catania, contro una squadra che a un certo punto della gara – sul risultato di zero a uno – sembrava come un pugile suonato, oramai rassegnato al kappaò, è qualcosa che inorridisce non solo gli interessati tifosi della Paganese, ma anche tutti quelli che – sportivi e intenditori di calcio – hanno avuto la ventura di vedere come sono maturati i due gol subìti.
Due gol come quelli presi a Catania, a difesa schierata, non si prendono nemmeno nelle partite dell’oratorio e suonano come condanna per un reparto che è lontano parente di quello disegnato sulla carta da Grassadonia e dallo staff tecnico della Paganese.
No, non ci siamo. Qualcosa nell’organizzazione difensiva va rivista; Grassadonia avrà sicuramente le sue idee in merito e credo che – da vecchio marpione delle aree di rigore – sappia dove intervenire energicamente.
L’impressione sull’ermeticità della difesa, ricavata dalla gara di Catania non è delle migliori, tutt’altro! Infatti, nei momenti topici della gara – quelli in cui una squadra deve far capire all’avversaria che non c’è niente da fare, che deve mettersi l’animo in pace – proprio il reparto difensivo azzurro-stellato mostra di mancare in concentrazione e in imprescindibile autorevolezza: doti che contribuiscono a fare grande una squadra di calcio. Qualcuno, come l’indimenticabile De Sanzo e come l’inossidabile Taccola, traducevano tali doti con una parola sola: “cazzimma”, sconfinando forse in un dialetto volgaruccio, ma che sicuramente rendeva più rotondo e appropriato il concetto.
Tre sconfitte di seguito dovrebbero preoccupare; e infatti lo siamo un po’ tutti anche se – ad onor del vero – bisogna riconoscere che la squadra anche a Catania ha dato dimostrazione di giocare un buon calcio. Tanto di cappello al bel gioco, ma nel calcio ci vogliono i risultati.
Allora dobbiamo solo capire se si tratta di un periodo nero o c’è qualcosa che va cambiato. Grassadonia è bene che dica qualche parolina a chi forse non ha capito che in questo tipo di campionato conta molto di più lavorare di sciabola che di fioretto, soprattutto nel reparto difensivo.
Lo hanno capito in parecchi; primo fra tutti Cicerelli, ancora una volta individuato come migliore in campo.
Appuntamento a martedì prossimo per un approfondimento con la rubrica “Così è, anche se non vi pare” su https://paganesegraffiti.wordpress.com
Catania-Paganese 2-1: il Pagellone di PaganeseMania.
Errori determinanti del reparto difensivo, solito migliore dei suoi Cicerelli, male Herrera
CHIRAC 6,5 - Dopo l'esordio al Torre si attendeva quello di fuoco alle falde dell'Etna: Esame superato per Chirac, che mostra sicurezza e personalità. Nel primo tempo si fa trovare pronto su Mazzarani e su Di Grazia oltre ad un'uscita di pugno in mischia. Incolpevole sulle due reti, meriterebbe la riconferma.
DICUONZO 5,5 - Primo tempo senza problemi e particolari affanni come del resto tutto il reparto. Contribuisce in negativo ed in modo determinate con Alcibiade in occasione del gol del raddoppio osservando come una bella statuina l'inserimento di Biagianti, salva nel finale, sulla linea, il gol del 3-1.
ALCIBIADE 5,5 - Stesso discorso per Di Cuonzo. Prima frazione disputata con autorità e regolando le varie fasi del reparto poi l'incredibile dormita con il compagno di reparto, lasciando indisturbato Biagianti.
CAMILLERI 5,5 - Anche l'ex difensore del Brescia partecipando alla serata da mostri pre Halloween. S'Imbambola in piena area e poco reattivo sull'incursione di Paolucci, che non segnava da due mesi,macchiandola la sua prova.
DELLA CORTE 6 - Fa fatica a salire in avvio, poi l'esterno calibra e dosa meglio le distanze sulla sua corsia di competenza svolgendo al meglio il suo compito sino all'uscita dal campo
PESTRIN 6 - Avvio non positivo anche per l'esperto centrocampista azzurro. Sbaglia alcuni passaggi in ripartenza e becca il giallo dopo 18 minuti che non ne limitano la solità grinta e personalità nell'incunerarsi nella battaglia
DELI 5,5 - Serata non particolarmente ispirata per il capitano che non illumina come sa la manovra ma offre un gran assist per Reginaldo che spreca su Pisseri. Da lui sopratutto quest'anno ci sia attende di più.
MAIORANO 6 - Partita di quantità come si richiede all'ex juve Stabia compito che svolge con sufficiente padronanza. Sbaglia qualche appoggio a volte timindo in qualche frangente ma gara in crescendo.
HERRERA 5 - Partita mediocre. Ancora una prestazione incolore per l'esterno offensivo. Fa fatica asaltare l'uomo e non è ancora il calciatore imprevedibile che conoscevamo.
CICERELLI 7 - Tre quarti di gara disputati in modo imperioso. Fa ammattire, sopratutto nella prima frazione, Di Cecco saltato più volte nell'uno contro uno. Fa impallidire Paolucci, lasciandolo sul posto con un tunnel. Tra i migliori dei suoi sino all'uscita stremato.
REGINALDO 6,5 - Terminale del reparto offensivo, spesso indietreggia per prenderli il pallone e dettare la manovra nell'ultima zona del campo. Fallisce una grande occasione nel primo tempo ma nel secondo regala un pezzo di classe ai tifosi del "Massimino" con uno stop di petto ed un diagonale, questa volta imprendibile per Pisseri.
CELIENTO/ZERBO/SILVESTRI sv
Catania-Paganese 2-1: illude una magia di Reginaldo, poi le solite amnesie difensive!
Ancora una volta la Paganese gioca bene ma non raccoglie i frutti del gioco prodotto. Così come successo a Cosenza, anche a Catania, la Paganese passa in vantaggio e poi è raggiunta e superata nel finale. Due gol di cui uno in sospetta posizione. Al Massimino, laPaganese soffre nei minuti iniziali poi conduce il gioco per gran parte della partita e così come avvenuto a Cosenza ed in casa con la Juve Stabia, anche Chindemi si adegua agli altri arbitraggi, fischiando a senso unico. Paganese che si schiera con un 4-3-2-1 con Reginaldounica punta supportato da Deli e Cicerelli. 4-3-3 per il Catania di Rigoli con il trio d’attaccoBarisic, Paolucci e Di Grazia. Parte bene la Paganese ed al 6’ Herrera non arriva in tempo su assist di Dicuonzo. Il Catania si sveglia e comincia a pressare ed a macinare gioco. Un minuto più tardi è il brasiliano Gil ad impegnare Chiriac. Al 16’ è Paolucci che servito in area, si gira ma conclude debolmente. Gli azzurri rispondono al 20’ con Deli che serve Cicerelli in area catanese ma l’esterno d’attacco azzurro non riesce a concludere a rete. L’azione più ghiotta del primo tempo capita sui piedi di Reginaldo al 27’ che servito in area da Deli solo davanti a Pisseri spara sul portiere etneo. Poco dopo la mezzora, al 34’, Cicerelli, imprendibile, va via sulla sinistra evita due avversari e calcia in porta ma Pisseri salva in angolo.
Nella ripresa, la partita inizia con una conclusione debole di Di Grazia parato da un attentoChiriac. Al 57’, etnei vicini al vantaggio. Maiorano perde palla e concede il contropiede a Di Grazia ma il diagonale del giovane attaccante finisce fuori. Gol mancato, gol subito. La legge del calcio è implacabile. Al 64’ Celiento subentrato ad uno spento Herrera, pennella un servizio per Reginaldo che dal vertice sinistro dell’area scaglia un violento diagonale su cuiPisseri non può arrivare. Azzurri in vantaggio. Ma è un vantaggio che dura poco perché due minuti più tardi, un’ingenuità degli azzurri su una punizione consente a Paolucci in sospetta posizione di fuorigioco di siglare la rete del pareggio. Il gol galvanizza gli etnei che spingono il piede sull’accelleratore e all’82, un‘ingenuità difensiva di Dicuonzo nell’area azzurra permette a capitan Biagianti in girata di siglare il gol del definitivo due a uno
IL TABELLINO
CATANIA(4-3-3): Pisseri; Gil Djordjevic, Bergamelli, De Cecco; Bucolo, Mazzarani (19'st Fornito), Biagianti; Barisic (25'st Piscitella), Paolucci (33'st Calil), Di Grazia. A disp.: Martinez, De Rossi, De Santis, Nava, Silva, Scoppa, Piermarteri, Anastasi, Graziano, Piermarteri. All.Rigoli
PAGANESE (4-3-2-1): Chiriac; Alcibiade, Camilleri, Di Cuonzo, Della Corte (35'st Silvestri); Pestrin, Maiorano Herrera (18'st Celiento); Deli, Cicerelli (42'st Zerbo); Reginaldo. A disp.:Coppola, Picone, Camilleri, Silvestri, Manzi, Parlati, Tagliavacche, Mauri, Zerbo, Caruso. All.Grassadonia
Catania-Paganese 2-1: i rossazzurri battono la Paganese in rimonta, gol di Reginaldo, Paolucci e Biagianti.
Il Catania batte la Paganese per 2-1 ed ottiene la seconda vittoria di fila ed il sesto risultato utile consecutivo. Vittoria sofferta per la squadra di Rigoli che va sotto grazie ad una rete di Reginaldo, ma poi trova la forza di reagire grazie a Paolucci e Biagianti. Un successo fondamentale, con gli etnei che salgono a quota 11, sempre più vicini alla zona playoff.
Catania (4-3-3): Pisseri; Di Cecco, Gil, Bergamelli, Djordjevic; Biagianti, Bucolo, Mazzarani (dal 75′ Fornito); Barisic (dal 70′ Piscitella), Paolucci (dal 79′ Calil), Di Grazia. A disposizione: Martinez; De Rossi, De Santis, Nava, Silva, Scoppa, Piermarteri, Anastasi, Graziano. Allenatore: P. Rigoli.
Paganese (3-4-1-2): Chiriac; Di Cuonzo, Alcibiade, Camilleri; Cicerelli (dall’88’ Zerbo), Maiorano, Pestrin, Della Corte (dall’80’ Silvestri); Herrera (dal 63′ Celiento); Deli, Reginaldo. A disposizione: Coppola; Picone, Mansi, Parlati, Tagliavacche, Mauri, Caruso. Allenatore: G. Grassadonia.
Arbitro: Chindemi di Viterbo
Marcatori: Reginaldo al 65′; Paolucci al 68′; Biagianti all’85’
Ammoniti: Pestrin (P); Biagianti (C); Maiorano (P); Di Cecco (C); Della Corte (P);
Espulsi:
Note: calci d’angolo: 9-4; recupero: 1′ p.t.; 5′ s.t.
Da www.catanista.eu
29.10.16
Iunco si è fermato ancora. A Catania con la difesa a tre.
28.10.16
Infermeria: ancora terapie per Leonardo Longo.
da www.tuttolegapro.com
Qui Catania: Paolucci in evidenza nella particella settimanale.
Il Catania si appresta ad affrontare la Paganese cercando di conquistare la seconda vittoria consecutiva davanti al proprio pubblico, dopo quella contro il Lecce ottenuta domenica scorsa. La società etnea si trova al sedicesimo posto con 8 punti (15 considerando i 7 punti di penalizzazione inflitti per il mancato residuo di pagamento dell’acquisto di Lucas Castro, oggi al Chievo), ed è reduce da 5 risultati utili consecutivi: l’unica sconfitta l’ha rimediata in casa contro l’Akragas.
Nella seduta di ieri pomeriggio in grande evidenza Michele Paolucci, autore di 4 reti nella partitella. A segno anche il giovane Graziano con una doppietta, Caetano Calil, Di Grazia e Russotto. Quest’ultimo non prenderà parte alla sfida con la Paganese, squalificato per aver riferito parole ingiuriose prima di sottoporsi ai controlli antidoping. Lavoro differenziato per Bastrini e Parisi, che difficilmente recupereranno per la sfida di domenica, mentre Bergamelli è rimasto a riposo precauzionale.
Contro gli azzurrostellati, mister Rigoli dovrebbe schierare il classico 4-3-3 con Pisseri in porta, Nava o De Rossicome terzino destro, coppia centrale Gil e Bergamelli con quest’ultimo in dubbio e Djordjevic a sinistra, centrocampo formato da Di Cecco (o Mazzarani), Bucolo e Biagianti, tridente che dovrebbe essere composto da Barisic, Calil e Di Grazia. Non è da escludere però la presenza dal primo minuto di Paolucci al posto di Calil.
Alfonso Esposito - © Paganesemania
27.10.16
Catania-Paganese, il grande ex Ferrigno: "Sarà difficile ma faremo la nostra gara. Grassadonia è un predestinato".
Il grande ex di Catania-Paganese è il direttore sportivo degli azzurrostellati. Lo scorso anno l'ex giocatore delCatanzaro costruì la rosa che avrebbe dovuto riportare gli etnei in cadetteria dopo la retrocessione d'ufficio in Lega Pro del Catania, a causa della vicenda giudiziaria "I treni del gol". Le cose, però, si rivelarono troppo complicate per i rossoazzurri che faticarono non poco, salvandosi solo all'ultima giornata, nonostante una rosa di altissimo livello. "Il mercato estivo fu difficile - ha ricordato Ferrigno alla trasmissione "Passione Rossoazzurra" - bisognava tenere conto del disastro che era accaduto soltanto un mese prima. Era complicato anche convincere i giocatori a venire. Secondo me è stato un buon lavoro quello condotto nella scorsa stagione, è stata creata una base. A gennaio avevamo in mente di fare un altro tipo di mercato, le vicissitudini che colpirono la proprietà resero molto più difficile far venire qui determinati giocatori, come Infantino, che preferirono altre piazze. L’obiettivo della società era la salvezza, forse la nostra partenza illuse qualcuno". Evidentemente Ferrigno è uomo abituato ad agire nelle difficoltà, dato che una situazione analoga gli è capitata quest'anno alla Paganese. "È stato tutto abbastanza complicato, molto più di quanto si possa pensare. Non abbiamo neppure svolto il ritiro. La società mi ha chiesto la salvezza senza passare dai playout. Se ci riusciremo, avremmo fatto un grosso miracolo anche considerando il budget a disposizione. Reginaldo è una scommessa. Era fermo da due anni, adesso sta tornando ad essere un atleta dopo essere arrivato con qualche chilo di troppo. Ci sono giovani importanti, come Deli, Cicerelli e Della Corte, che sono seguiti anche da squadre di Serie B e Serie A. Con Grassadonia abbiamo già lavorato a Messina, vincendo insieme il campionato. Secondo me è un predestinato".
Anche al portale Itasportpress.it Ferrigno ha presentato la partita del "Massimino". "Sarà una vera impresa uscire dal rettangolo di gioco di Catania imbattuti. Gli etnei io li metto sullo stesso livello di Foggia e Lecce e se devo dirla tutta per me sono da primo posto assoluto e giustamente devono puntare alla promozione senza passare dai playoff. Lo Monaco ha costruito una squadra con i fiocchi che nessuno in Lega Pro può permettersi. Hanno praticamente due titolari per ogni ruolo e nemmeno il Lecce ha un organico così importante. Domenica faremo la nostra partita chiaramente aspettando il Catania e poi con le nostre forze proveremo a impensierire la retroguardia etnea in contropiede. C’è una differenza abissale tra il Catania e la Paganese ma non ci sentiamo battuti in partenza. Sarebbe un errore entrare in campo mentalmente sconfitti prima di cominciare. Tra l’altro abbiamo il dente avvelenato per aver perso un match contro la Juve Stabia che non meritavamo". Sarà Catania-Paganese e non Catania contro Ferrigno: il ds azzurrostellato non vuol sentir parlare di rivincita personale. "Non ho nessuna rivincita da prendermi perché a Catania ho tanti amici e con Lo Monaco e molti dirigenti etnei c’è una grande stima. Se il Catania di Lo Monaco può lottare per la B, il merito è anche della dirigenza della scorsa stagione che ha ereditato una società piena di debiti e un monte ingaggi da club di Serie A e alla fine ha fatto un buon lavoro mantenendo la squadra in Lega Pro".
Danilo Sorrentino - © Paganesemania
Comincia l'operazione Catania.
Da www.resportweb.it
Iunco è tornato: "Ora voglio dare il mio contribuito".
Per l'attaccante ex Alessandria questa squadra può e deve fare decisamente di più. I segnali sono incoraggianti. "Domenica quando il mister mi ha chiamato in causa non ci ho pensato su due volte, volevo dare il mio contributo per recuperare il risultato. La squadra gioca bene e dobbiamo raccogliere di più in termine di punti, anche se la prestazione ci dà la consapevolezza per poter far bene. Insieme all’allenatore lavoreremo e ci impegneremo ancor di più in settimana per limare i nostri difetti. A Pagani sto bene, si lavora con grande tranquillità, un progetto serio ed importante e una guida tecnica che non lascia nulla al caso. Un giusto mix tra giovani ed esperti che sanno cosa fare in campo. Sento la fiducia di tutto l’ambiente e l’affetto dei tifosi mi stimola a dare ancora di più e devo farlo vista anche l’assenza per infortunio. La spinta dello stadio può essere un fattore determinante per il prosieguo del campionato, bisogna essere tutti uniti per centrare gli obiettivi". Il pensiero di Antimo Iunco è già alla prossima sfida che vedrà impegnata la Paganese al "Massimino" contro il Catania, reduce dal successo di domenica con il Lecce capolista. "Domenica affrontiamo un Catania in netta crescita di gioco e risultati, ma ogni partita ha una sua storia e le motivazioni faranno la differenza. La sconfitta di domenica scorsa è ormai alle spalle - ha ribadito l'attaccante - a Catania andremo con umiltà, ma con la consapevolezza dei nostri mezzi per portare a casa il massimo risultato".
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L'ex dg D'Eboli sul Dirty Soccer: "Sono rinato, giustizia è stata fatta".
Un passaggio sull'inchiesta "Dirty Soccer" dalla quale è stato prosciolto pochi giorni fa.
"Mi sembrava strano essere stato coinvolto in questa situazione. Ora sono rinato, giustizia è stata fatta".
Nel frattempo ha intrapreso un'avventura con la Salernitana.
"Sono sempre sceso in campo, in prima linea. A Pagani sono stato il direttore più vincente e longevo, ho intrapreso questa nuova avventura in una piazza importante. Ho fatto una scommessa con il mio amico Fabiani con il quale abbiamo portato a Salerno giocatori importanti da categorie inferiori, vedi Empereur e Donnarumma".
Empereur è arrivato a zero ed è stato venduto al Foggia.
"L'avevo individuato quando giocava all'Ischia e dopo il fallimento del Teramo ne ho approfittato. E' arrivato a Salerno come terza, quarta scelta ma è quello che ha giocato di più lo scorso anno. Abbiamo fatto una bella plusvalenza, mi ricorda l'operazione Memushaj, questo è il mio lavoro e adesso sono la persona più felice del mondo perché posso lavorare con maggiore serenità. Sono in attesa di qualche chiamata, ho visto tanti direttori con il tesserino che hanno fatto fallire società, rispettassero chi ha ottenuto grandi risultati anche senza avere il tesserino. A tal proposito voglio dire che non ho mai avuto il tempo di seguire il corso, è la storia che conta".
Ora quindi vuole tornare a lavorare in prima linea?
"Ora continuerò a lavorare con la Salernitana, poi se qualche società dovesse puntare ancora sulla meritocrazia mi consulterò con Fabiani anche se non ho grande fiducia perché non sono un raccomandato".
Come sono i rapporti con la Paganese?
"Dopo dieci anni ho dovuto abbandonare, considero Pagani una piazza importante ma sono convinto che attualmente ci siano i presupposti per crescere ulteriormente. Con un lavoro alla base, in un paio di anni anche la Paganese può ambire alla Serie B".
Scontri dopo il derby con la Casertana: 17 DASPO per i tifosi rossoblù.
Dopo i tre Daspo notificati la scorsa settimana ad altrettanti tifosi della Paganese (leggi qui la notizia), arrivano anche quelli nei confronti di sostenitori della Casertana, per i fatti accaduti nel post-partita del derby disputato lo scorso 11 settembre, vinto sul campo dai falchetti con una rete allo scadere dell'ex Luca Orlando. Nella giornata di ieri, il Vicario del Questore di Salerno, Pio Amoriello, ha emesso 17 provvedimenti di Divieto di Accesso a manifestazioni SPOrtive nei confronti di altrettanti tifosi della Casertana.
Gli accertamenti, eseguti nell’immediatezza, e le successive indagini hanno consentito ai carabinieri della Tenenza di Pagani di accertare che i tifosi avevano partecipato ai disordini. Il 7 ottobre scorso erano stati denunciati per oltraggio a Pubblico Ufficiale e violenza o minaccia nei confronti degli addetti ai controlli dei
luoghi ove si svolgono manifestazioni sportive.
Per tali motivi, nei confronti di un tifoso della Casertana, 39enne, recidivo in quanto già destinatario in passato di analoghi provvedimenti, è stato emesso un provvedimento Daspo per 7 anni, con prescrizione di comparizione personale. Nei confronti di altri tre tifosi della Casertana, anche loro recidivi, è stato emesso il Daspo per 6 anni nei confronti di un 36enne e per 5 anni nei confronti di un 50enne e un 52enne, per tutti e tre con prescrizione di comparizione personale. Per gli altri 13 tifosi della Casertana, inoltre, sono stati emessi tre Daspo per 3 anni, cinque Daspo per 2 anni e cinque Daspo per 1 anno.
Danilo Sorrentino - © Paganesemania
26.10.16
Il punto sul campionato: rinasce il Foggia, Matera irriverente, Casertana in piena crisi.
Devastante il primo tempo della squadra di Giovanni Stroppa contro i biancoverdi. Due gol, tante occasioni nitide e finalmente il gioco di un tempo. Forse proprio questo ha sorpreso un Monopoli notoriamente formato trasferta. Più di gestione la ripresa, che però poteva portare qualche preoccupazione inattesa grazie all'asse Montini-Genchi. Il primo realizza, il secondo ci arriva vicino facendo scorrere qualche brivido di troppo agli spettatori dello Zaccheria. Due lampi e niente più. Perché da quel momento il Foggia chiude i giochi con grande autorità e una tranquillità finalmente ritrovata.
A Catania, invece, il Lecce replica la prestazione incolore di Vibo Valentia. Certo, è stata determinante anche la voglia di riscatto della squadra di Pino Rigoli che ha approcciato già dall'inizio in modo furioso. Evidente il predominio tecnico-tattico degli etnei che, se nel primo tempo non ha prodotto i frutti sperati, nella ripresa si è concretizzato in maniera soddisfacente. E chi è che ha sparigliato ancora una volta le carte col suo talento? Sempre lui, Andrea Di Grazia. Ormai siamo costretti a parlare (e lo facciamo molto volentieri) quasi ogni martedì di questo ragazzo. Numeri, assist a profusione, una traversa e la botta che ha tramortito Bleve per il 2-0: questo il bottino del gioiello classe '96 di Rigoli. Davvero inguardabile il Lecce a fronte di un Catania rinato anche se è troppo presto per ipotizzare una guarigione totale. Di certo la Paganese dovrà stare attenta a questa squadra a cui il Massiminoconferisce qualcosa in più proprio sotto il profilo della convinzione. E lunedì andrà di scena il big match Lecce-Foggia: la giusta copertina per le due regine del girone, che si ritaglieranno su misura un abito da sera raro e pregiato. Impossibile perdersi questo derby.
Inspiegabile, invece, la disfatta clamorosa della Reggina fermo restando i valori di un Matera che farà parte fino alla fine del quartetto delle grandi. Per gli amaranto, peraltro, si è trattato del primo stop stagionale. Ma fanno scalpore i sei schiaffi presi dalla corazzata di Gaetano Auteri al termine di una gara mai in discussione e che ha visto un unico padrone. I numeri dicono che senza Kosnic nelle retrovie "non si cantano messe", ma evidentemente solo de profundis. Però sei gol sono tanti e bisognerà fare in modo che non incidano sull'aspetto psicologico della squadra. Un benefit in tal senso è dato dall'applauso di incoraggiamento della Curva Sud del Granillo a fine partita.
Il Cosenza mantiene la quinta piazza ma non ce la fa proprio ad essere continuo. Dopo aver vinto "fortunosamente" con la Paganese sette giorni prima, è arrivata la dura sconfitta di Andria. Sterile e improduttivo il possesso palla iniziale dei calabresi, che ha fatto solo da apripista ad una prestazione sontuosa da parte azzurra. Al di là dei due gol che hanno deciso il match, la Fidelis ha impartito una chiara lezione di calcio ai silani, sempre leziosi e mai efficaci. Davvero brutto il Cosenza nonostante mister Giorgio Roselli, notoriamente amante del 4-4-2, abbia puntato sul tridente offensivo gettando nella mischia, a gara in corso, anche Baclet e Cavallaro. Ma non è servito.
Continua il momento d'oro del Fondi che, dopo il Taranto, mette ko anche il Siracusa. Meglio tuttavia gli aretusei nel primo tempo, con un penalty sul groppone fallito da Lucas Longoni (bravo il numero uno di casa Paolo Baiocco). Un'occasione arrivata in una fase nella quale i siciliani avevano fatto vedere le cose migliori. Più intenso il Fondi nella ripresa, che ha capitalizzato la propria voglia di vincere e di dare continuità al blitz pugliese. Il Siracusanon si è mostrato quello del primo tempo, anche se ha provato ad aumentare il proprio peso offensivo con Dezai per raddrizzare una gara messasi inopinatamente male. Ma non ci è riuscito.
Un altro pari per l'Akragas che, un po' come la formica, sta mettendo da parte punti preziosi in chiave salvezza. Come col Fondi, il Taranto parte più autoritario nel primo tempo, col Gigante che fa fatica a proporsi e va sotto con una amnesia difensiva sfruttata da Viola. Non è stato un Akragas bello e tante sono state le sofferenze anche per una parte della ripresa prima di vedere una reazione convinta ed efficace. Decisivo Roberto Maurantonio in più di una circostanza e sigillo finale dell'ex Daniele Marino. In sostanza, più due punti persi che uno guadagnato per il Taranto, che ha avuto diverse occasioni per chiudere i giochi (la traversa di Bollino su tutte) e alla fine ha rischiato anche di soccombere. Per i biancazzurri, invece, è il quarto pari consecutivo. Un timido segnale di risveglio per gli ionici, comunque, c'è, nonostante la vittoria manchi da troppo tempo (1-0 all'Andria il 18 settembre).
Pesa invece l'involuzione della Casertana, sconfitta anche a Messina. Davvero negativo il primo tempo dei Falchetti(a parte un inizio incoraggiante), spesso alla mercè dei peloritani, ridisegnati da Cristiano Lucarelli col 4-3-3 con Madonia, che di norma è un esterno, punta centrale (e autore del gol del vantaggio). Il gol dell'1-2 dell'argentino Gaston Ezequiel Corado ha tutto sommato dato vigore ai rossoblù, che nella ripresa ci hanno provato con tutto quello che avevano in corpo. Ma di vere occasioni ne sono arrivate poche, tanto che alla facilità a raggiungere la zona difensiva giallorossa, non è corrisposta quella lucidità necessaria nell'ultimo passaggio e nella rifinitura. E il Messina, controllando senza grossi patemi le operazioni, ha puntato molto sulle ripartenze rischiando anche di calare il tris. E domenica sera al Pinto arriverà il risorto Fondi. Non l'avversario migliore per uscire da questa crisi.
Tra Catanzaro e Melfi era il pareggio il risultato più prevedibile alla vigilia. Un pronostico rispettato. Ma, nonostante il cambio tecnico, i giallorossi hanno evitato anche fortunosamente il ko. Nunzio Zavettieri non avrebbe potuto di certo aggiustare la nave in così poco tempo, essendo arrivato solo a poche ore dal match coi lucani per un ammutinamento di parte del gruppo contro Mario Somma, i cui collaboratori restano per ora a disposizione del neo trainer catanzarese. L'impegno non è mancato, così come una certa dose di buona volontà nelle battute iniziali. Ma questo Catanzaro, che Zavettieri ha rimodellato ad albero di Natale dopo le sperimentazioni con la difesa a tre dell'era Somma, è ancora convalescente e necessita di molte cure per guarire. La beffa è stata evitata solo con un marchio di fabbrica di Carcione: il siluro calibrato dai 30 metri (non impeccabile Gragnaniello nella circostanza). Ma il Melfi, con un pizzico di malizia in più, avrebbe potuto portare a casa tranquillamente i tre punti. E lo avrebbe meritato per una certa superiorità emersa in campo. I normanni, dunque, crescono. Il Catanzaro, invece, è ancora un punto interrogativo da sciogliere. Ma, prima di tutto, occorrerà rimettere insieme i cocci di una truppa all'interno della quale forse non c'è grossa unità di intenti. Zavettieri, in questo, avrà un compito arduo. E poi ci sono i 570 paganti di domenica: il campanello d'allarme, quanto mai assordante, di un ambiente oramai spazientito.
Stefano Sica - © Paganesemania
E' ripresa la preparazione in vista del Catania.
25.10.16
La carica di Iunco.
Nella foto, tratta da “Paganesemania”, l’attaccante Antimo Iunco
Di Nino Ruggiero
Una nota positiva è emersa prepotentemente nel corso della sfortunata esibizione interna con la Juve Stabia. Essa è costituita dal completo, celere e quasi miracoloso ritorno in campo di Antimo Iunco che – non me ne vogliano i pur bravi altri componenti della squadra azzurro-stellata – è l’elemento più carismatico dell’attuale rosa a disposizione di Gianluca Grassadonia.
Pochi minuti per il calciatore, ma minuti finali intensi; il suo inserimento, diciamo a sorpresa perché nessuno si aspettava che potesse essere già pronto, ha portato scompiglio fra le fila degli stabiesi. Da oggi Grassadonia potrà disporre di una pedina fondamentale per il suo gioco e soprattutto potrà avere più varianti tattiche per il futuro.
Dico la verità: domenica non mi aspettavo una Paganese fin dai primi minuti di gioco tanto timorosa e castigata tatticamente sulla difensiva. È vero che il gol incassato dopo soli tre minuti è stato come una doccia gelata per la squadra, ma è altrettanto vero che la Juve Stabia è stata facilitata nel suo incedere supponente e presuntuoso, da prima della classe, da una Paganese timorosa, psicologicamente giù, attestata, tra l’altro, anche su posizioni esageratamente difensive. Una mossa inopportuna per gli azzurro-stellati che proprio in difesa accusavano tre importanti assenze: Marruocco, Alcibiade e Dicuonzo.
Con tutto il rispetto possibile per i loro sostituti, è chiaro che tre giovani, praticamente al loro debutto, non avrebbero potuto garantire la stessa ermeticità difensiva di cui la squadra va fiera. Ecco perché, probabilmente, la Paganese avrebbe potuto giocare meglio le sue carte, presentandosi con maggiore convinzione offensiva senza dare l’impressione di temere oltre il dovuto i forti avversari. Ma siamo, ovviamente, nei discorsi del dopo, quelli che sappiamo fare un po’ tutti a partita conclusa.
È certo, però, che – a di là dei soliti numeri di schieramento da lavagna – il povero Reginaldo, per buona parte del primo tempo, si è trovato da solo a reggere le sorti del proprio attacco. Alla Paganese, in quei frangenti, è mancato il solito gioco di proposizione sulle due fasce. Qualcosa si è visto sulla fascia sinistra grazie agli inserimenti di Della Corte, in netta ripresa dopo un periodo di appannamento. Cicerelli ha dato il suo solito contributo di qualità e di sostanza, partendo però da lontano; motivo per cui spesso e volentieri è arrivato in area con poca lucidità.
Credo che Grassadonia avesse chiesto a Deli di fare da spalla a Reginaldo; ma si sa: una cosa è la teoria, un’altra la pratica. Alla Paganese di domenica scorsa, quella del primo tempo, è mancata completamente la spinta sulla fascia destra di attacco e da quelle parti la Juve Stabia ha dormito sonni tranquilli, visto che Picone aveva il suo da fare per cercare di mettere la museruola a uno scatenato Sandomenico, attaccante molte volte in procinto di vestire l’azzurro-stellato.
Mi viene da dire che la Juve Stabia ha costruito il suo successo – arbitraggio scandaloso a parte – sulle due fasce laterali laddove Marotta e, soprattutto, Sandomenico hanno potuto scorazzare così come facevano le ali di una volta. Guarda caso, la Juve Stabia ha vinto il confronto proprio utilizzando quel gioco sulle fasce laterali che era una delle prerogative della migliore Paganese.
Lo sguardo, però, è giusto che sia rivolto al prossimo futuro, sempre tenendo conto delle disfunzioni emerse nel corso delle ultime esibizioni.
Intanto va detto che il giovane portiere Chiriac è sembrato pronto e attento: di certo i due gol subìti con la Juve Stabia non condannano la sua promettente esibizione. A Catania, Grassadonia disporrà dei suoi uomini migliori e potrà anche pensare a un utilizzo fin dall’inizio di Iunco per dare un volto più offensivo e pratico alla squadra.
Parliamoci chiaro: Antimo Iunco è un vero e proprio lusso, per la Paganese e per la categoria. Per averlo, Raffaele Trapani ha fatto follie. Il calciatore adesso, dopo l’infortunio subìto a Catanzaro, deve solo riacquistare il ritmo delle partite; su di lui sono appuntati gli sguardi di tutti. Non deluderà, mi sbilancio, perché è un campione e i campioni, oltre a saper dare del “tu” al pallone, sanno dare anche la carica. Proprio quella che è mancata domenica scorsa nel primo tempo.
Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com
Il Giudice Sportivo: inibizione per Bocchetti e ammonizione per gli altri 4 ammoniti. Il Catania senza Russotto.
Nel comunicato del Giudice Sportivo non c'è traccia del principio di rissa scatenatosi al triplice fischio, nonostante laJuve Stabia abbia contestato in particolare un gesto del difensore Stefano Dicuonzo. "Il parapiglia finale è nato a causa di un ex, che non è Maiorano (chiaro il riferimento al difensore rimasto in panchina per tutti i 90', ndr), che ha aizzato gli animi e creato una semi rissa", ha detto il dg delle vespe Clemente Filippi al portale ViviCentro.
A saltare la trasferta del "Massimino", dunque, sarà solo il portiere Vincenzo Marruocco, che sconta il secondo e ultimo turno di stop, mentre nel Catania mancherà l'attaccante Andrea Russotto, squalificato per una giornata"perchè invitato a sottoporsi all'esame antidoping proferiva una espressione blasfema (r.proc. fed.)".
Danilo Sorrentino - © Paganesemania
La Paganese vista da... Nocera! I conti non tornano.
A sorpresa ci opponiamo alla formazione di Fontana con un vero e proprio attacccante, Reginaldo, che nel dopo gara riferisce che segna poco perchè gioca più per la squadra come chiede il mister, e questo già fa capire già molto sulle difficoltà che sta trovando l'ex Fiorentina. Impensabile ieri cercare di solleticare la difesa delle vespe con il solo brasiliano, perso, per tutto il primo tempo letteralmente regalato agli avversari, tra l'ermetica retroguardia ospite. Il solo Deli a supporto doveva creare e andare alla conclusione e forse si chiede un po' troppo al neo capitano. Ovvio che la rete a freddo degli ospiti abbia scompigliato i piani di Grassadonia ma la squadra, ancora una volta in casa, ha fatto fatica a costruire limpide palle gol. Herrera, entrato nella ripresa, è ancora lontano dal calciatore ammirato in passato ed il problema offensivo rimane per questa squadra. Un conto è giocare in trasferta (Grassadonia a sua difesa ha fatto notare in sala stampa che con questo modulo s'è giocato a Cosenza), un conto è farlo in trasferta dove la Paganese si trasforma. Il "Torre" continua a piangere in questo avvio di campionato e speriamo che il ritorno miracoloso di Iunco (a proposito, ma venerdì sera nel corso della trasmisssione il direttore Bocchetti non aveva detto che se ne parlava dopo Catania per rientrare in gruppo? Miracoli dello staff medico o incomprensibile bugia del direttore?) possa apportare nuove soluzioni nel reparto avanzato. Buono l'esordio tra i professionisti diChiriac. Il giovane portiere di proprietà del Modena, che ha dimostrato buone capacità su cui poter lavorare e speriamo continui così, forse poteva fare di più sull'intervento da cui è scaturita la seconda rete, anche se di più dovevano fare i difensori in zona che hanno fatto le belle statuine su Izzillo.
Per chiudere, un plauso all'ammodernamento della sala stampa "Salvatore Scarano" che domenica ripresentava, sulle sue pareti, i quadri raffiguranti le pagine storiche della Paganese. Un grazie al direttore Raiola e all'addetto stampa Ansaldi per il ritorno al loro posto, dopo la cervellotica idea di qualche dirigente rivoluzionario di cui non si sente la mancanza.
Peppe Nocera - © Paganesemania
La partita del tifoso: ritorniamo a fare i tifosi e a sostenere la Paganese
E non lo dico per l’ennesima sconfitta patita in casa, non per i miseri quattro punti fatti in cinque partite casalinghe ma per le sensazioni che ho vissuto e sentito ieri in tribuna.
Giunto allo stadio con la mia consueta mezz’oretta di anticipo, mi sono immediatamente ritrovato a parlare del fatto della settimana, di quanto cioè accaduto a Cosenza e delle successive decisioni prese dalla società in merito alla questione Marruocco. I minuti passavano e la tensione anche, ma non era la tensione tipica che si sente quando ormai mancano pochi minuti al fischio di inizio, no! Era una tensione strana che ha generato un’altrettanto strana atmosfera che è sembrata allungarsi come un’ombra maligna al terreno di gioco ed influenzare la nostra squadra. Nei primi quindici minuti di gioco, infatti, notavo una certa agitazione e distrazione, sugli spalti e tra i nostri giocatori. E sono stati indubbiamente quei minuti ed il gol preso a freddo ad aver indirizzato e poi condizionato la partita. Come se, quanto accaduto in settimana, l’assenza dei tifosi in curva e la distrazione degli stessi tifosi abbiano anestetizzato la nostra squadra, con il risultato che tutti sappiamo.
A questo punto, vorrei dire la mia, un’altra volta, per l’ultima volta, su quanto successo a Cosenza.
Ciò che penso l’ho scritto la settimana scorsa, lo ribadisco e non cambio idea. Però il fatto nuovo è stata la presa di posizione della società e questa decisione va difesa e rispettata dai tifosi. Onestamente, fare i tifosi è facile e tutti siamo capaci a farlo ma essere tifosi e contemporaneamente dirigenti di una società di calcio è difficile ed è per pochi. E non è solo per il più evidente dei motivi, vale a dire quello economico. Un dirigente di una squadra ha il dovere di restare freddo e calcolare i pro ed i contro di ogni decisione, non può permettersi il lusso di farsi trascinare dagli eventi e perdere lucidità, cosa che è concessa a noi tifosi. Magari domenica notte, neanche Trapani avrà dormito come molti di noi. Magari anche a lui, per un attimo, sarà venuto di pensare: “Basta, è troppo, stavolta lo mando via e prendiamo un altro portiere”. La notte poi porta consiglio, si sarà confrontato col tecnico e con gli altri dirigenti, magari anche con qualche calciatore, ed avrà deciso di intraprendere la strada che sappiamo. A questo punto la palla passa al tifoso. E qui il tifoso deve dimostrarsi maturo e responsabile, deve chiedersi se la società merita o meno fiducia e rispetto, per tutto quanto fatto fino ad ora e la risposta, a mio avviso, non può che essere una: sì!!
Ed allora voltiamo pagina ed andiamo avanti. Marruocco resta un calciatore della Paganese, che ci piaccia o no. E pertanto, per quello che rappresenta, deve essere difeso ed incoraggiato da tutti. Oggi, chi si scaglia ancora contro il nostro portiere (e questo vale per qualsiasi calciatore) non vuole il bene della Paganese ma persegue una campagna personale, magari non isolata ma sicuramente in contrasto con i progetti e le aspettative della società.
Svestiamo i panni dei dirigenti e ritorniamo a fare quello che sappiamo fare: i tifosi. Ritorniamo a farci salire la pressione arteriosa a mille per l’incombenza del fischio d’inizio di una partita, riprendiamo ad accanirci contro avversari ed arbitri ma riprendiamo a sostenere la squadra e tutti, dico tutti, i suoi componenti.
Alberto Maria Cesarano - © Paganesemania
Il moviolone di PaganeseMania: il delirio di onnipotenza e la presunzione di Perotti oscurano il derby
Delirio di onnipotenza. Non ci sono altre parole per descrivere lo spettacolo a cui il pubblico del "Torre" è stato costretto ad assistere ieri. Ahinoi uno show che non ha visto protagoniste Paganese e Juve Stabia - che a dire il vero regalano una partita senza grandi emozioni - ma il direttore di gara Pierantonio Perotti di Legnano, al quarto anno in Can Pro. Per una volta non parlerò di episodi che a mio giudizio devono necessariamente passare in secondo piano. Non è mai facile digerire una sconfitta, specie in un derby, ragion per cui spesso si cade nel campanilismo e si finisce per incolpare il singolo, le scelte tattiche dell'allenatore, le zolle del terreno, il meteo ma soprattutto l'arbitro. Ho perso il conto delle volte in cui, in queste prime giornate, ho sostenuto a gran voce che la terna arbitrale non deve mai essere l'alibi di sconfitte (e continuerò sempre a dirlo) perchè al termine di una stagione gli episodi finiscono quasi sempre per compensarsi. Ma questa volta il problema è un altro: non è il rigore non concesso, la punizione non fischiata, il trattamento riservato a Capodaglio graziato per ben tre volte, l'intera panchina aggiuntiva allontanata. Il problema è l'atteggiamento di arroganza, presunzione e consapevolezza dell'impunità che Perotti ha assunto per tutti i 90'. Una condotta indispettosa ed irrispettosa che ha scaldato gli animi dei presenti, come non accadeva ormai da tempo. Il chiaro segno di come Perotti si sia sentito in dovere di innalzarsi a protagonista di giornata lo si è avuto all'82' quando, sebbene a 30 metri dall'azione, accorda un calcio d'angolo alla Paganese senza che il pallone fosse uscito, con l'assistente numero due, Viola di Bari, che inutilmente si sbracciava per farglielo notare. A memoria, sebbene la mia giovane età, non ricordo una partita di calcio in cui sia stato allontanato l'intero staff di una società, dal vice allenatore sino al segretario. Ad un certo punto temevo allontanasse anche il custode. Provvedimenti notificati con una presunzione allarmante, con il tipico gesto che nel linguaggio comune si utilizza per mandare qualcuno a quel paese. Un atteggiamento nocivo, non solo per la societàPaganese e per le sorti del match, ma per il sistema calcio che esce sicuramente sconfitto quando un servitore del gioco del calcio, quale è l'arbitro, si erge a protagonista in questi termini. Dinanzi a certi episodi il calcio perde di credibilità agli occhi dei tifosi e degli addetti ai lavori. Ed è per questo che condivido quanto detto dal tecnico delle vespe Fontana: "Non possiamo parlare di qualcosa che non possiamo aggiustare in settimana [..] Sugli arbitri non possiamo intervenire". L'auspicio è che intervengano quelli che sono deputati a farlo ma, mio malgrado, devo ammettere che negli ultimi anni i peggiori fischietti passati dal "Torre" (su tutti Illuzzi di Molfetta in quel famosoPaganese-Benevento) sono stati premiati con la promozione in Serie B. Chissà...forse sentiremo ancora parlare diPerotti. Purtroppo per noi.
Daniele Ferrara - © Paganesemania
24.10.16
Dirty Soccer, deferimento irricevibile: nessuna sanzione per la Paganese e per D'Eboli.
E' stato dichiarato irricevibile il deferimento nei confronti della Paganese e dell'ex dg Cosimo D'Eboli, nonchè di tutti gli altri deferiti, nell'ambito del processo Dirty Soccer, sollevato dalla Procura di Catanzaro. Il Tribunale Federale Nazionale - Sezione Disciplinare, riunitosi il 14 ottobre scorso, ha ritenuto fondata l'eccezione di improcedibilità, avanzata dalla società azzurrostellata, ma anche da altri deferiti, "del deferimento a motivo della inosservanza da parte della Procura Federale dei termini di cui all’art. 32 ter comma 4 CGS, recante norme sull’azione del Procuratore Federale". In pratica, da quanto evince dal dispositivo, il deferimento è stato presentato oltre i termini di prescrizione. "I resistenti hanno dedotto - si legge - a sostegno di tale eccezione, che la Procura Federale, avendo comunicato loro la conclusione delle indagini in data 3 maggio 2016, in una alla concessione di giorni 45 decorrenti da detta comunicazione per essere sentiti o per presentare memorie difensive, doveva notificare il deferimento entro la data del 17 luglio 2016 (in realtà il 18 essendo il 17 un giorno festivo, ndr), cioè nei trenta giorni successivi alla scadenza dei 45 giorni che erano stati concessi (3 maggio + 45 = 17 giugno), anziché il 4 agosto successivo, come in effetti era avvenuto, con conseguente palese violazione del termine di giorni 30 previsto dalla norma, decorrente dalla scadenza dei 45 giorni di cui sopra". Il TFN non ha sollevato alcun dubbio in merito alla circostanza, rimarcando il notevole errore commesso dalla Procura Federale in termini procedurali. La gara che ha portato al coinvolgimento della Paganese, deferita per responsabilità oggettiva, e di D'Eboli è Martina-Paganese del dicembre 2014, persa 2-0 dagli azzurrostellati. La difesa dell'ex dg D'Eboli aveva contestato nel merito il deferimento, "evidenziando l’estraneità del predetto rispetto ai fatti e ai soggetti di cui all’incolpazione, concludendo per il proscioglimento o in subordine per la riqualificazione del fatto sub art. 7, comma 7, CGS (omessa denuncia)". La difesa della Paganese, invece, oltre a sollevare l'eccezione di improcedibilità del deferimento, "contestava comunque nel merito la sussistenza dei presupposti per l’affermazione della responsabilità oggettiva, non ricorrendo alcun rapporto con il deferito D’Eboli; concludeva quindi per il proscioglimento, ovvero comunque per il contenimento della sanzione". In fase di dibattimento, la Procura Federale aveva chiesto 4 anni di inibizione e 60mila euro di ammenda per Cosimo D'Eboli e un punto di penalizzazione da scontarsi nella corrente stagione sportiva per la Paganese.
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Danilo Sorrentino © Paganesemania
Paganese-Juve Stabia: il Pagellone di PaganeseMania.
CHIRIAC 6,5 - Esordio positivo per il giovane portiere rumeno nonostante le due reti incassate. L’impatto non è dei migliori in quanto è costretto a piegarsi dopo pochi minuti. La reazione è immediata perché mostra sicurezza e padronanza del ruolo salvando i suoi compagni sul finire della prima frazione. Sulla rete del raddoppio non è impeccabile ma si esalta su Kanoute tenendo a galla la Paganese. Le qualità ci sono, in attesa di capire se a Catania si ripeterà per sovvertire determinate gerarchie.
MANSI 5 - Responsabilità in occasione del vantaggio delle vespe quando non si intende con Picone nell’azione da cui nasce il corner che porta Ripa a spezzare l’equilibrio. Angolo sul quale si addormenta assieme al compagno, lasciando lo spazio a Capodaglio per mettere il pallone sul secondo palo. Un errore che pesa sull’economia della contesa.
CAMILLERI 6,5 - Nel reparto arretrato tiene alta la bandiera nel gioco aereo infondendo fiducia ai compagni. Non molla mai a conferma di poter essere un elemento su cui fare pieno affidamento. Forse fuori posizione sul traversone di Sandomenico nell’azione del raddoppio, trova il modo per riscattarsi con la zampata che riapre i giochi.
SILVESTRI 6 - Si fa sfuggire Ripa dopo pochi minuti ma non ne risente affatto. Si rialza e comincia ad essere nel vivo della manovra con un presidio costante della fascia di competenza. Conferma di essere in ripresa anche quando nella ripresa la formazione azzurra passa alla linea difensiva a quattro.
PICONE 5,5 - Divide le colpe con Mansi quando gli ospiti sbloccano il risultato. Non dispiace però per abnegazione ed acume tattico. Sbanda però quando Sandomenico lo punta e mette al centro il pallone del raddoppio.
MAIORANO 5 - Grassadonia lo difende a spada tratta ma le risposte che arrivano dal rettangolo verde sono negative. Sempre in ritardo, non vince un contrasto e non riesce a dare manforte a Pestrin. La condizione atletica può essere un’attenuante ma non basta a spazzare via i dubbi sul calciatore che appare un peso per lo sviluppo del gioco.
PESTRIN 6 - E' sempre nel vivo della manovra e la sua presenza si fa sentire. Fatica molto nella prima frazione quando Capodaglio ed Izzillo non gli danno respiro, poi trova più spazio per cercare di suonare la carica. Dà tutto fino alla fine come se fosse un ragazzino, nonostante il dato inconfutabile della carta d’identità.
DELLA CORTE 5,5 - In lieve miglioramento rispetto ad un inizio di stagione da dimenticare. Stavolta la presenza lascia tracce positive, anche se nella ripresa cala complice noie muscolari che lo limitano notevolmente. La speranza è che possa tornare ad esprimersi a stretto giro sui livelli cui ha abituato lo scorso anno il pubblico del "Torre".
CICERELLI 6 - Si ha sempre l’impressione che sia sprecato per la categoria. Ha passo per spaccare la partita e visione di gioco notevole. Seppur ad intermittenza, è sempre la pedina da tener d’occhio per le difese avversarie.
DELI 6 - Gioca in una posizione ibrida del campo che non lo agevola perché la difesa stabiese si alza spesso sui sedici metri dove il suo raggio d’azione si chiude inevitabilmente. Ha il merito però di restare sul pezzo quando la Juve Stabia accusa un calo nella seconda parte della ripresa. Sfiora il pareggio con una bordata dalla distanza con Russo fuori dai pali.
REGINALDO 5,5 - Il voto arriva direttamente dalle sue parole in sala stampa. A dire il vero l’attaccante brasiliano se ne riconosce mezzo in meno ma la sua generosità deve essere premiata perché fa reparto da solo ingabbiato puntualmente da Morero e Atanasov che non gli danno respiro. Il rientro di Iunco può solo agevolarlo.
HERRERA 5,5 - Gettato nella mischia da Grassadonia che lo inserisce a sinistra dove non rende. Poi lo spostamento sul fronte dove ha più spazio contro Liviero. Tenta qualche giocata di spessore ma non incide più di tanto. Nel finale torna addirittura in difesa per cercare di far partire gli ultimi assalti.
CELIENTO 6 - Impatto positivo sulla gara con ficcanti accelerazioni che mettono in crisi il diretto marcatore Lisi. Dalla sua zona di competenza partono i maggiori pericoli quando però la gara è già compromessa per gli azzurrostellati. Peccato per un errato controllo sull’1-2 che avrebbe potuto causare seri danni agli avversari messi male in difesa.
IUNCO sv
All.: GRASSADONIA 5,5 - Ridisegna l’assetto di partenza affidandosi a Picone e Mansi. Scelte che non sortiscono gli effetti sperati. Così come per Maiorano. La squadra si rialza solo sul doppio svantaggio e sembra prigioniera di un modulo tattico che non offre garanzie in determinate situazioni di gioco. La mossa Celiento allevia solo in parte un pomeriggio amaro.
Francesco Pepe - © Paganesemania